Napoli – Cosa chiedono i napoletani al futuro sindaco? Quali sono le priorità che i cittadini cerchierebbero in rosso nell’agenda prossima ventura del successore di Luigi De Magistris a Palazzo San Giacomo?
La rilevazione di Euromedia Research commissionata dai Verdi e svoltasi gli scorsi 7 e 8 giugno su un campione di 1000 napoletani ha dato questo responso: “delinquenza e criminalità” rappresentano il problema più avvertito. Sono in cima ai pensieri del 20,9% degli intervistati.
In effetti, le cronache di questi giorni la dicono lunga su quanto sia giustificata questa preoccupazione. Solo per dirne una, ma la più emblematica degli ultimi giorni. Mercoledì pomeriggio, mentre in piazza Carità Antonio Bassolino riportava la politica in piazza con un comizio vecchio stile, poco distante, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, venivano esplosi colpi di pistola tra la folla: due operai, secondo gli investigatori estranei al mondo della camorra, sono stati feriti. Uno rischia la vita.
Un episodio che la città sembra avere già assorbito come se fosse la cosa più normale del mondo. Ma tant’è. L’allarme criminalità, nel post-Covid di una città con pochi servizi e dove anche un parcheggio senza pizzo è spesso un miraggio, è più alto che mai. E non a caso anche il Procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho si è fatto sentire in tempo, già prima che Valeria Ciarambino, la vicepresidente del consiglio regionale, si ritrovasse dei proiettili in una busta: “Ci siano candidati trasparenti nelle liste elettorali“. Amen.
La seconda emergenza che il sondaggio Euromedia ha sottolineato è quella del “degrado urbano e della sporcizia”, problema numero uno per il 14,6% degli intervistati.
A seguire, se i napoletani avessero la bacchetta magica (o un buon sindaco), chiederebbero di risolvere “la cattiva gestione della raccolta e della differenziazione dei rifiuti” (indicata dall’11,2%); il “pessimo stato di strade e marciapiedi” (il 9% ha ben presente “l’insidia e il trabocchetto”); il traffico (per il 7,1% la Galleria Vittoria ormai è solo l’emblema di un tabu); il trasporto pubblico inefficiente e/o insufficiente (il 4,7% chissà quanti minuti sarà costretto ad attendere un treno della metropolitana o il bus di linea); il “verde pubblico poco curato e/o da ampliare” (il 4,5% vorrebbe, col caldo che avanza, un po’ di frescura ma in che condizioni versano i maggiori parchi cittadini?); la “disoccupazione” (indicata dal 2,6%); la “carenza di strutture e politiche sociali a sostegno della popolazione” (lamentata dal 2,1% nonostante i circa 135.000 redditi di cittadinanza da Coroglio a Posillipo); i “servizi legati alla sanità precari” (l’1,7% ricorda che non si muore solo di Covid); la “carenza di parcheggio” (l’1,1% che non può permettersi un box o un garage si fa il segno della croce); i “servizi e i dipendenti del Comune inefficienti” (indicato dallo 0,9%, a cui, con tutta probabilità, appartiene, per tornare a Bassolino e al suo comizio, “quel signore del Vomero che avrà la carta d’identità rinnovata solo a gennaio 2022 e da ritirare nel quartiere Stella”).
In conclusione: Napoli “è tutta un’emergenza” per lo 0,7%. Perché il 12,9% la prende con filosofia: a Euromedia Research ha risposto “nessuna reale emergenza“.
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