Carcere di Nisida, chiuderlo o no? Il primo scontro Maresca-Manfredi

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Napoli – L’altro giorno, intervistato dal Riformista, Catello Maresca ha regalato subito il titolo: “Via il carcere, a Nisida ci vuole il turismo”.

A Ciriaco Viggiano che gli chiedeva “Si parla di un carcere a Bagnoli: che cosa ne pensa da pm e da aspirante sindaco?”, Maresca ha risposto: “Il carcere a Bagnoli è una follia”. Poi ha rispolverato una vecchia idea che ciclicamente torna in auge: “L’istituto minorile di Nisida andrebbe eliminato. Da candidato sindaco, trovo assurdo negare una prospettiva turistica a due dei luoghi più belli al mondo. Da magistrato, invece, penso che l’istituto di Nisida vada sostituito con un polo di rieducazione, dislocato altrove, che assicuri ai giovani in area penale la possibilità di formarsi e di trovare uno sbocco immediato nel mondo del lavoro: è la filosofia che anima l’associazione ‘Arti e mestieri’ di cui sono promotore”. 

Ieri, sempre sul giornale di Piero Sansonetti, è tornato sulla vicenda l’architetto Massimo Pica Ciamarra, il quale si è mostrato possibilista sull’opzione di chiudere l’istituto minorile (centro di rieducazione dagli anni 30), ma a due condizioni. “I minori reclusi, almeno oggi, vivono in un ambiente positivo ed è un bene: hanno bisogno di un luogo consono alla funzione rieducativa e Nisida lo è. Il primo punto, quindi, è valutare e capire dove trasferire i ragazzi”.

Il secondo punto, invece, è individuare cosa fare al posto del penitenziario. Pica Ciamarra si augurerebbe “il coraggio di cambiare davvero”.

Per l’architetto, “dipingere le pareti e dire che da quel momento in poi sarà un’area dedicata al turismo, non serve  a nulla. Immagino, quindi, tutte le attività connesse a un porto turistico che vanno dal club alla cantieristica navale. Penso anche a un museo del mare: l’importante è che si realizzi un’architettura intelligente finalizzata al benessere dell’uomo”.

Fatto sta che il dibattito si è aperto. Il centrosinistra, sull’area di Bagnoli, negli ultimi decenni, si è giocata già tanta credibilità. Tant’è che Bassolino, nel corso di questa campagna elettorale, è stato costretto ad ammettere “errori da parte di tutti” per una riqualificazione che, trent’anni dopo, non è mai veramente partita. E ora la coalizione targata Manfredi vuole andarci coi piedi di piombo. Il programma del professore che incarna l’alleanza centrosinistra-Movimento 5 Stelle toccherà anche il destino dell’area ovest di Napoli. Ma Nisida, secondo i piani, ospiterà ancora l’istituto minorile.

Tant’è che, su Facebook, la risposta più netta alla proposta di Maresca è arrivata da Giulio Maggiore della lista ‘Per Napoli’: “Catello Maresca ha iniziato la sua campagna elettorale attingendo ai soliti luoghi comuni. Ha recuperato anche la vecchia idea di sfrattare il carcere minorile da Nisida per restituire l’isola a possibili indefinite funzioni turistiche. Ci ha ricordato Alessandra Mussolini, che aveva ipotizzato di aprire un casinò in quella sede. Almeno lei aveva le idee chiare…”

“Ha anche aggiunto che bisognerebbe trasformare l’Istituto in un ‘polo della rieducazione’ prendendo ad esempio – udite, udite – un’associazione di cui lui sarebbe promotore. Proprio questa precisazione chiarisce che Maresca, prigioniero di una patetica autoreferenzialità, parla di qualcosa che non conosce”.
 
“Non conosce, infatti, le meravigliose iniziative rieducative che si portano avanti a Nisida con la partecipazione di scrittori di punta, chef stellati e professionisti di livello altissimo: un’esperienza straordinaria che merita di essere preservata, insieme allo scenario incantevole in cui si svolge”.
 
“Proprio il drammatico esempio della spianata di Bagnoli – conclude il post Maggiore – dovrebbe metterci in guardia dal vecchio vizio di eliminare le poche cose che funzionano in questa città per dare spazio a proposte futuribili, dall’esito incerto e dal sicuro impatto negativo sul piano sociale. Perché Maresca non ci dice cosa intende fare per rimediare allo scempio di Bagnoli, invece di preoccuparsi di cancellare uno dei pochi esempi di efficienza pubblica in questa città?”
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