A dirla con Claudio Velardi, per ora, rimane nella sua “bolla nostalgica”. Ma, oggi più che mai, è importante sottolineare quel ‘per ora’. Antonio Bassolino va avanti nella sua candidatura a sindaco, ma non a testa bassa. Questa è la notizia del giorno.
Evidentemente, leggendo su Il Mattino l’intervista al segretario nazionale del Pd Enrico Letta che, a nome del Pd, gli ha chiesto scusa e lo ha invitato a fare ritorno a casa unendosi al sostegno a Gaetano Manfredi, un pensiero a dove ha messo lo spillo per bucare quella bolla lo ha già fatto, l’ex sindaco di Napoli.
Questo, se è vero come è vero che, in coda al suo post in risposta proprio a Letta, ha scritto un’ultima frase che potrebbe essere assai rivelatrice: “Mi auguro anch’io che Manfredi possa sostenere, se i napoletani lo vorranno, lo sforzo mio e di una squadra forte e giovane per risollevare la città”.
Ecco. E’ in quella subordinata (“se i napoletani lo vorranno”) che si può scorgere l’inizio di un percorso che riavvicinerebbe Bassolino a casa sua: al Partito Democratico. Il partito che ha contribuito a fondare, ripete ogni volta.
Fatto sta che, rimanendo ai titoli, Letta gli ha chiesto scusa e di sostenere Manfredi. E Bassolino gli ha risposto con l’ennesimo ‘no, grazie. Vado da solo’.
Fuori dall’estrema sintesi, lo stesso protagonista riassume il tutto così sul suo profilo: “Letta dice ‘Bassolino ha un posto d’onore nella storia della città e del Mezzogiorno. Merita da tutti noi rispetto e anche scuse vere, non retoriche, per quanto ha dovuto vivere in questi anni. Vorrei davvero che ci aiutasse nello sforzo di sostenere Manfredi e il nostro progetto per una nuova fase della vita di Napoli. Una fase che possa ripetere, decenni dopo, quella straordinaria rinascita di cui fu interprete e guida’. Ringrazio davvero il segretario del Pd per le parole su di me e la mia storia…”
Ma. A questo punto del post, Bassolino inserisce un grosso ‘ma’: giura di andare avanti per la sua strada. Contro, almeno per ora, il partito che ha contribuito a fondare ma che 5 anni fa, evidentemente, sente che gliela fece davvero grossa in occasione delle primarie che lo videro uscire di scena dalla seconda sfida elettorale a De Magistris.
Di questo rancore non c’è alcun cenno nel post. Lo sguardo è rivolto solo al futuro. E il futuro, Bassolino scrive di vederlo così: “Per quanto riguarda le prossime elezioni, mi sono candidato più di 3 mesi e mezzo fa per vincere: quartiere per quartiere cerco di costruire un patto con Napoli, per Napoli. Mi rivolgo, dunque, a donne e uomini di diverso orientamento politico e del grande partito dell’astensionismo. È difficile, molto difficile, ma non impossibile. Si vota per Napoli, non per il Parlamento. Si vota per il sindaco e tanti sanno che so fare il sindaco e so essere il sindaco di tutti”.
Fatto sta che c’è quel finale. Quel finale che, magia della politica, lascia aperta la porta al Pd, al resto del centrosinistra e a un accordo a sostegno di Manfredi: “Mi auguro anch’io che Manfredi possa sostenere, se i napoletani lo vorranno, lo sforzo mio e di una squadra forte e giovane per risollevare la città”.
Quel “se i napoletani lo vorranno” sembra un sì all’invito di Letta: mettiamoci seduti a parlarne. Che, oltre a Manfredi, anche a Velardi farebbe piacere.
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