Napoli – Catello Maresca, giorno numero 2 da candidato sindaco del centrodestra. “Ma diciamo pure che deve convincersene anche lui di rappresentare il centrodestra“, dice una voce proveniente da uno dei partiti (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) che, pur avendolo indicato ufficialmente con tanto di summit a Roma proprio leader, non è stato neppure degnato di una menzione nella sua primissima dichiarazione da candidato nella corsa per Palazzo San Giacomo. E anche oggi compare quasi esclusivamente per essere bacchettato.
A Salvini che l’ha subito avvisato mettendo un cappello sulla sua candidatura (“Sono strafelice per la sua candidatura“), infatti, nel giorno numero 2 da candidato sindaco, Maresca, detto che sogna il ritorno di Sarri al Napoli e che – con una venatura che sa un pò di tardo-grillismo – le buche non sono “nè di destra nè di sinistra“, manda a dire: “Sono contento per la gioia dell’onorevole Salvini. Sono sicuro che non è stato l’unico a gioire. Forse tranne mia moglie, ci sono tanti altri che sono stati felici”.
“Sicuramente – ha aggiunto l’ex pm mettendosi a parlare di sè in terza persona – non è stato Salvini a propormi. Sarebbe fin troppo banale pensare che Catello Maresca è il candidato di qualcuno: Catello Maresca è il candidato della gente“.
Quale gente? E’ la domanda delle domande di chi si sta già prodigando a comporre le liste (di partito) che dovrebbero sostenerlo.
“Io rispetto i partiti e il lavoro che i partiti, organismi costituzionali, devono fare. Non ho detto che non parlerò con loro. Io parlerò con tutti i partiti che vorranno farlo. Ma su delle basi chiare e indiscutibili, assolutamente trasparenti, che sono quelle del mio percorso: quello che io per 22 anni ho rappresentato non tanto e non solo in questa città, perché il mio lavoro prevalente l’ho fatto nella provincia di Caserta. Questo lo dico per chi sta dicendo che sono un magistrato che si presenta nella città dove ha esercitato“, è il chiarimento per quella che, evidentemente, non è la sua “gente” in quanto ricorda che l’altro giorno Maresca ha chiesto al Csm l’aspettativa da sostituto Procuratore generale di Napoli.
Fatto sta che l’approccio col centrodestra, dopo settimane di consultazioni, riunioni, messaggi, endorsement è questo, insomma. Passando al plurale maiestatis: “Non siamo colpevolisti: in questo Paese c’è il principio di non colpevolezza fino al passaggio in giudicato delle sentenze. Ma chi sta risolvendo le proprie situazioni con l’autorità giudiziaria dovrebbe avere il buon senso di farlo da solo un passo a lato, nemmeno indietro, in attesa che queste pendenze si risolvano“. E’ quanto manda a dire alla Forza Italia legata a Luigi Cesaro, ad esempio.
“Noi dialogheremo con tutti. Ma nella consapevolezza che dovremo sapere chi viene a sedersi al tavolo. Con quali contenuti e proposte e in quale prospettiva. E poi faremo le nostre valutazioni“.
Da Fulvio Martusciello a Stefano Caldoro, da Andrea Santoro a Severino Nappi: uomini avvisati, mezzi salvati.
Anche perché, secondo il verbo di Maresca, “credo che ci siano schemi un po’ antiquati: le fontane non sono né di destra né di sinistra, le buche non sono di destra o sinistra, le problematiche che deve affrontare l’amministratore comunale hanno poco di ideologico“, ha specificato il candidato di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani a chi gli faceva presente l’etichetta di candidato di centrodestra.
“Io sono sempre stato una persona moderata dai valori cattolici – ha detto – e questi valori mi hanno sempre dato tutte le risposte di cui avevo bisogno. Sono convinto che continueranno a darmele senza la necessità di essere etichettato come uomo di centrodestra o centrosinistra. Anche qua la mia storia è abbastanza riconoscibile – ha spiegato Maresca – ho fatto il consigliere comunale a San Giorgio a Cremano e anche là ero in una compagine nata e finita in un anno che si chiamava ‘Alleanza Democratica’ e aveva caratteristiche moderate e di ispirazione cattolica. Questo sono. Se dovete cercare qualcosa da affibbiarmi scrivete che sono un moderato di ispirazione cattolica“.
Gran finale: “Io aspetto anche il Pd o i 5 Stelle: ho tanti amici in quell’area. Le nostre porte sono aperte“. Tant’è, ad esempio, che l’ex pm già ha avuto modo di condividere un pranzo da ‘Nennella’ con un volto storico della sinistra napoletana, Peppe Balzamo, pronto a candidarsi con una delle sue liste civiche.
E su Manfredi che oggi è sceso in campo come suo principale competitor? “Da un lato sono contento per la statura dell’avversario. Dall’altro sono sorpreso dalle motivazioni perché se l’ex rettore è riuscito a trovare 5 miliardi in 5 giorni siamo di fronte a Mandrake”.
Fatto sta che i conti in rosso del Comune, a Maresca, non tornano: “Il debito di Napoli lo sto studiando con i miei collaboratori da tanto tempo (da pm? da sostituto Procuratore Generale di Napoli? Non è dato, naturalmente, saperlo, ndr). A dire il vero non ero arrivato ai 5 miliardi che sento. Ma è un peso enorme che dovrà essere affrontato perché Napoli non è fallita e non può fallire”.
Che se ne occupi anche il Parlamento con un fondo salva-Comuni o quant’altro poco importa, comunque. Maresca la mette così: “Ci sarà un intervento dello Stato. Ma non mi piace partire da questo. Bensì dalla capacità della città di rispondere al grave problema finanziario con le proprie forze e con le proprie risorse. Perché immaginare oggi di ripianare un debito accumulato nel corso di 50-60 anni con un colpo di spugna sembra anche non moralmente accettabile. Si finisce per immaginare la città sempre come quella fatta dai fannulloni e piagnucoloni che cercano che qualcuno li aiuti“. Ironia della sorte del giorno numero 2 da candidato sindaco di Catello Maresca, questa è la posizione della Lega di Matteo Salvini. Isolata, tra l’altro.
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