Tangenti al Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl, chiusa inchiesta per 70 indagati

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La Procura di Napoli Nord – sostituto Giovanni Corona – ha chiuso le indagini a carico di 70 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta che nel febbraio scorso travolse il Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Caserta con 12 arresti, tra cui quello dell’ex dirigente Luigi Carizzone (in pensione), di funzionari medici tuttora in servizio e dipendenti dell’azienda sanitaria locale, di imprenditori operanti nel campo della sanità.

Le indagini sono state realizzate dai carabinieri del Nas (Nucleo Anti-sofisticazione), che hanno riscontrato numerose violazioni al Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), che ha sede ad Aversa, dagli episodi di assenteismo alle gare truccate e affidate ad imprenditori in cambio di tangenti, dai falsi certificati medici alla mancata attuazione dei progetti per la cura dei pazienti delle cosiddette “fasce deboli”, i cui fondi sarebbero stati spartiti tra i dipendenti del Dsm.

Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, dovrà trascorrere un termine di 20 giorni, entro il quale gli indagati potrebbero chiedere di essere interrogati per chiarire la propria posizione; trascorse le tre settimane, il pm chiederà il rinvio a giudizio, anche se per qualche posizione potrebbe chiedere l’archiviazione.

Tra gli indagati figura il presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero (Pd), cui viene contestato il traffico illecito d’influenze in relazione alla proroga della nomina di Carizzone a responsabile del Dsm; ci sono poi l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio, gli imprenditori Michele Schiavone, titolare di Rsa e centri di riabilitazione psichiatrica, padre di Massimo (non indagato), ex presidente del Consiglio comunale di Sessa Aurunca, nonché candidato alle recenti Regionali nel Pd, Cuono Puzone, presidente della Misericordia di Caivano (Napoli), associazione privata che per 11 anni ha effettuato il servizio di emergenza 118 nel Casertano, poi revocato proprio in seguito all’indagine della Procura di Napoli Nord.

Per l’accusa, Pezone avrebbe pagato tangenti al dipendente Asl Francesco Della Ventura (indagato) per vincere, nel 2018, l’appalto da 6 milioni di euro per il servizio 118. C’è poi l’imprenditore edile Antonio Papa, che – secondo gli inquirenti – in cambio di tangenti, avrebbe ottenuto lavori per la cosiddetta “Villa Scarface” di Casal di Principe, simbolo del clan dei Casalesi, confiscata e trasformata in centro di riabilitazione mentale dell’Asl di Caserta.

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