Da ‘Nennella’, il volto storico della sinistra conquistato da Maresca

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Un pranzo da “Nennella”, sopra ai quartieri. Una foto fatta con un cellulare, sfocata ma non troppo, postata su Facebook. E’ lui? Sì: è lui. Con Catello Maresca, c’era lui: Peppe Balzamo. Due mesi fa è andato via dal Pd sbattendo la porta. Dimettendosi dalla direzione provinciale del partito. Strappando la tessera. “Questo non è più il mio partito”, fu il suo grido di dolore nel corso di una infuocata (quando prese lui la parola) riunione della direzione provinciale dem che avallava la linea politica di Enrico Letta: andare sotto braccio al Movimento 5 Stelle. 

Fatto sta che, questa volta, Balzamo, un volto storico della sinistra napoletana, non torna indietro. A Fuorigrotta, avrebbe confidato ai suoi che è pronto finanche a candidarsi, per la prima volta nella sua vita, contro il centrosinistra. 

Lui, che da quando aveva 16 anni ha avuto la tessera da figiciotto in tasca, e poi quella del Pci, del Pds, dei Ds e del Pd, ora, si ritrova ad incarnare il sogno di Maresca: portare dalla sua parte, indiscriminatamente, pezzi di destra (vedi ‘Azzurri per Napoli’ di Piero Diodato e Stani Lanzotti) e pezzi di sinistra (come lui e, secondo alcuni, l’eurodeputato Andrea Cozzolino). Tutti convertiti lungo la via del civismo.

Ma tant’è. Oggi è il compleanno di Maresca. Ma anche quello di Fulvio Martusciello, l’eurodeputato che ha di nuovo in mano le redini di Forza Italia a Napoli. Al quale sembra un controsenso sentire dire dal braccio destro di Berlusconi, Antonio Tajani, ieri a Roma dopo un vertice con Salvini e Meloni, che “Maresca a Napoli è il nostro candidato”. E sotto il Vesuvio dover chiarire cose che sembrano già chiare di per sè: Maresca è il candidato del centrodestra.

Ora, più civico che di centrodestra o più di centrodestra che civico è sostanzialmente una minuzia difficilmente spiegabile agli elettori. Anche al di là della presenza o meno dei simboli di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sulla scheda elettorale. Simboli che, tra l’altro, dovrebbero esserci. E con i quali, quindi, anche l’ex capogruppo del Pd Peppe Balzamo potrebbe presto trovarsi a fare i conti.  

 

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