Guardia Sanframondi (Bn) – È un’idea generalizzata in molti cittadini che la tappa del Giro d’Italia con arrivo a Guardia Sanframondi il prossimo 15 maggio stia passando sotto silenzio, quasi come se il Comune stesso poco avesse gradito questo evento sportivo e la enorme esposizione mediatica, e stesse solo aspettando che “adda passa’ a nuttata”.
Contrariamente a quanto avviene, invece, nelle altre parti d’Italia coinvolte, ove l’attivismo degli amministratori organizza eventi collaterali al Giro e di durata annuale, onde conservare al massimo la notorietà del territorio e delle sue potenzialità.
La promozione della Valle del Vino beneventano e dei nostri vigneti a livello internazionale: questa è stata, sin da subito, la prima motivazione di Floriano Panza, sindaco di Guardia Sanframondi dal 2010 al 2020, nella sua importante sfida, diventata concreta, di portare la Corsa Rosa del Giro d’Italia nelle nostre terre sannite. Una sfida che ha visto la messa in atto di un grande lavoro collettivo quotidiano, visionario forse, ma subito diventato realtà, con alle spalle l’esperienza di chi ha sempre puntato alla valorizzazione territoriale delle nostre aree interne, insieme a tutte le amministrazioni comunali della Valle. E da questa visione in rosa, Guardia uscirà protagonista perché è stata scelta quale ottava città di tappa del 104esimo Giro d’Italia.
“Una grande sfida da cogliere al volo – dichiara Floriano Panza a poche settimane dallo svolgersi dell’evento – e da vedersi come occasione per il rilancio dei nostri piccoli borghi e del turismo lento. La tappa del Giro d’Italia a Guardia Sanframondi è figlia del grande progetto di impatto internazionale che è stato ‘Sannio Falanghina – Città europea del Vino 2019’. È da vedersi come punto di partenza per una ripresa economica, una rinascita dopo il difficile periodo di stallo pandemico. Per dare l’avvio a un turismo lento, legato al contatto con la natura, ripercorrendo sentieri storici e tradizioni locali”.
Una tappa, tra l’altro, figlia del grande interesse che c’è nel Sannio nei confronti del mondo del ciclismo, uno sport che inoltre ha un giro di affari grande: si tratta, infatti, di una delle attività sportive che drenano più risorse. Se ci stiamo chiedendo se siano soldi ben spesi, consideriamo che di sicuro il ritorno di immagine è garantito, soprattutto grazie alle riprese tv diffuse in tutto il mondo. Per non parlare della mole di soldi che riesce a spostare, a partire dagli sponsor fino ai diritti televisivi. E il cicloturismo è una delle attività più scelte dagli italiani. Secondo il rapporto “Cicloturismo e cicloturisti in Italia” realizzato da Isnart – Unioncamere e Legambiente, presentato a Roma nel corso del BikeSummit 2019, anno prima del fermo pandemico, in Italia sempre più turisti si muovono in bici: le presenze cicloturistiche rilevate nel 2018, nelle strutture ricettive e nelle abitazioni private, ammontano, infatti, a 77,6 milioni, pari cioè all’8,4% dell’intero movimento turistico in Italia. In pratica, oltre 6 milioni di persone hanno trascorso una vacanza utilizzando più o meno intensamente la bicicletta. E le ciclovie e il turismo ciclabile rappresentano una straordinaria opportunità per il turismo, il rilancio economico, l’occupazione e soprattutto per le aree interne. È come trovarsi di fronte a una visione totalmente nuova del mondo dei trasporti.
“Ho sempre dato larga eco – prosegue Panza – alla possibilità di immaginare un percorso turistico valorizzando le nostre risorse principali, ad esempio i vigneti sanniti. Ecco perché da Guardia Sanframondi e dall’amministrazione comunale, che ho avuto l’onore di guidare per dieci anni, è partito il progetto della ‘Ciclovia della Falanghina’, un percorso cicloturistico di 30 chilometri su strade interpoderali o a basso traffico che guiderà i partecipanti tra i vigneti e le cantine delle Città del Vino del Sannio. Si tratta di un progetto in esame alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, già valutata positivamente in alcune fasi della progettazione. Siamo in attesa di risposte definitive. E non dimentichiamo che siamo stati i primi, quando è cominciata la pianificazione del raddoppio ferroviario, a progettare, su un tratto ferroviario dismesso, una pista ciclabile. Abbiamo sempre dato spazio a una visione sostenibile e smart”.
Sono tante le vie del Vino in Italia e occasioni così importanti, come un percorso cicloturistico o una città di tappa del Giro d’Italia, non devono essere viste come una calamità di cui liberarsi quanto prima ma come un’occasione d’oro da non lasciarsi sfuggire. Il Giro e tutti gli eventi che potrebbero essere a esso collegati, dovrebbero essere visti, insieme ad altre iniziative di promozione, piuttosto, come una occasione da afferrare al volo per il rilancio economico e turistico e un buon riavvio dopo questa triste e difficile parentesi del nuovo coronavirus.
“La tappa – prosegue Panza – inizialmente doveva essere una cronometro che riguardasse i comuni del vino del Sannio beneventano. Dapprima, con RCS, era stata avviata una trattativa che prevedesse un contributo iniziale di centomila euro, decretato a dicembre 2019, affinché potesse organizzarsi una tappa qualsiasi nella nostra zona. Il 16 febbraio 2020, in occasione della manifestazione di chiusura di Sannio Falanghina, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, annunciò, su sollecitazione ferma dei comuni, che la Regione avrebbe messo a disposizione altre risorse, pari a ulteriori centomila euro, sufficienti per ottenere una tappa a cronometro che coinvolgesse tutte le Città del Vino del Sannio. Purtroppo circostanze immaginabili hanno negato la tappa a cronometro che avrebbe interessato Benevento città e le altre venticinque Città del Vino della provincia di Benevento”.
In sintesi: l’anno 2019 è stato l’anno di Sannio Falanghina – Città Europea del Vino 2019, con centinaia di eventi italiani ed esteri focalizzati sul vino e sul Sannio. L’anno 2020, tramite gli eventi del Giro d’Italia, avrebbe dovuto avere la stessa intensa esposizione mediatica dell’anno prima. Ovviamente gli amministratori del territorio avrebbero dovuto, anche per gli anni a venire, produrre un impegno notevole per conservare il livello già raggiunto nella comunicazione. In questa visione, inoltre, è da notare che il territorio beneficiario della promozione non avrebbe dovuto contribuire per neanche un euro. Prosegue Panza: “Ho la netta sensazione che questa eredità lasciata dalla passata amministrazione guardiese sia vista dall’attuale amministrazione comunale come una patata bollente, una spada di Damocle. Come se fosse una grana da dover a tutti i costi scansare. Non può essere vista in questo modo: non si può sottovalutare che la nostra comunità sarà protagonista assoluta di un evento irripetibile, in quanto città di tappa del Giro, l’unica tappa della Campania, quella più a Sud in Italia. Non lo dico a livello polemico, era ovvio che questa esperienza non avrei potuta viverla in qualità di sindaco, dato che dopo due mandati non avevo la possibilità di ricandidarmi in quanto tale. Ma è pur sempre un progetto nato da una visione del futuro oggi più che mai attuale. Ho come la sensazione, invece, che questa occasione sia vista come uno spiacevole inconveniente. Peccato, siamo ancora in tempo per farlo diventare, invece, il sogno realizzato di tutti gli innamorati di Guardia e del territorio, nel segno dello sport”.
“Valdobbiadene – prosegue Panza – quasi ogni anno si rende protagonista di una tappa a cronometro o come città di tappa del Giro e ogni volta la Regione Veneto finanzia un appuntamento che dà forza a una visione ampia. Cosa manca al nostro territorio per far sì che si faccia altrettanto? Perché non si deve profondere lo stesso impegno? Cosa abbiamo da invidiare alle altre terre del Vino? Il Giro accenderà i suoi riflettori su Guardia Sanframondi, sulle sue tradizioni, sulla sua cultura, sulle sue produzioni, su un percorso enoturistico di tutto rispetto a livello mondiale. Cogliamo l’attimo”.
E ancora: “Due anni fa ho raccolto al volo una idea di tappa del giovane consigliere comunale di Castelvenere, Luigi Piazza. Tutto parte sempre da una idea, ma il vero lavoro è stato ricavarne un progetto concreto insieme agli ideatori. Mi sono mosso con loro e con tempestività, in piena pandemia con viaggi a Milano interamente a nostre spese. Avevamo la certezza delle risorse della Regione, e offrivamo a RCS una zona dal grande appeal. Una città di tappa del Giro deve avere un suo fascino e una sua importanza, deve essere attraente agli occhi del mondo. E Sannio Falanghina – Città Europea del Vino 2019 è stato il driver adatto. Grazie al prezioso contributo del noto campione professionista del ciclismo, Salvatore Tribisonna, che ci ha messo in contatto con le persone giuste, siamo riusciti ad arrivare a Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, e a Giusy Virelli, project manager di RCS. Subito è scattata una intesa umana che non manca a noi meridionali. In mezzo a molta concorrenza di altre città, è stata accettata la nostra proposta di una tappa, ovvero di una cronometro, in presenza di altre circostanze. È un peccato adesso non proseguire sulla scia di questi rapporti, per farli propri e apportare il proprio valore aggiunto. Si è ancora in tempo per fare di più, per dare lo sprint e la grinta giusta a un evento dalla grande risonanza. Quello che mi sento di dire è ‘diamoci da fare’, si mettano in campo con passione iniziative collaterali, che ci facciano guardare oltre alla data del 15 maggio. Si è ancora in tempo per trasformare questa in una grande e duratura occasione di unità e compattezza territoriale, requisito indispensabile per progettare il futuro”.
“Gli interessi dei cittadini – conclude Panza – non cambiano quando cambiano le amministrazioni comunali. La politica, la cattiva politica, facciamola attendere!”.
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