Marcellino Aversano ha risposto all’appello all’inizio della seduta ed è rimasto collegato ininterrottamente fino alle 18.13, orario in cui sono stati dichiarati chiusi i lavori.
E’ la piattaforma Cisco Webex – programma che tracciando l’attività dei consiglieri garantisce il corretto svolgimento delle sedute da remoto – a fugare ogni dubbio circa la regolarità dell’ultimo – concitato – Consiglio Comunale di Benevento.
A far scoppiare il caso, si ricorderà, la mancata risposta di Aversano all’appello al voto chiamato dal segretario comunale, dottoressa Maria Carmina Cotugno, al termine della discussione sul primo punto posto all’ordine del giorno.
Cisco Webex, che svolge dunque un po’ la funzione del Var del Consiglio, ha certificato però che il consigliere risultava regolarmente collegato e quindi presente. E la sua presenza valida la seduta perché non è mai venuto meno il numero legale (17 consiglieri).
“La circostanza che non abbia risposto all’appello di voto, – si legge dunque nella nota di chiarimento predisposta dallo stesso segretario – ha indotto a una ulteriore verifica sia per confermare la presenza, che si imponeva in quanto una eventuale assenza avrebbe fatto venir meno il numero legale, sia per consentire al consigliere l’esercizio del diritto di voto o di confermare l’eventuale volontà di astenersi”. E dopo qualche minuto, come ormai noto, Aversano tornava a farsi sentire, partecipando al voto.
“La difficoltà – conclude la nota di chiarimento – è stata determinata, come è comprensibile, dalle particolari modalità della videoconferenza che comportano, oltre all’uso di strumenti tecnologici, anche un adattamento delle modalità legali con le quali si contribuisce alla formazione dell’atto e si manifesta la volontà deliberativa che sono necessariamente diverse da quelle che si utilizzano per i Consigli in presenza, basti pensare alla modalità di voto per chat che difficilmente avviene in modo simultaneo”.
Già lunedì la nota sarà inviata al Prefetto di Benevento, istituzione alla quale si era rivolta ieri – con un esposto – la consigliera del Movimento Cinque Stelle Anna Maria Mollica.
“Nell’interesse della collettività, a garanzia della trasparenza e della correttezza del Consiglio, invieremo al Prefetto la nota di chiarimento e in allegato i tabulati della seduta” – spiega Luigi De Minico, presidente del Consiglio Comunale.
Caso chiuso? “E’ stata la solita tempesta in un bicchier d’acqua. Ma sono i tempi grillini… ” – replica ancora De Minico. “C’è un decreto che disciplina il funzionamento del Consiglio Comunale online. Bastava leggerlo per comprendere che sarebbe stata sufficiente una richiesta dei dati di tracciamento per fugare le perplessità. Come al solito, si è preferito puntare il dito e fare polemiche”.
Il riferimento, in particolare, è proprio alla Mollica: “Ognuno è libero di agire come meglio crede. Vuole rivolgersi alla Prefettura? Lo faccia. Non sarebbe la prima volta. Ricordo che in passato, per la vicenda legata alla presidenza di una commissione, si è rivolta pure al Ministero. Sono trascorsi mesi e ancora non ha ricevuto risposta. Stiamo ancora aspettando”.
“La verità – prosegue ancora De Minico – è che l’opposizione, non partecipando al Consiglio, ha provato a far saltare la seduta. Gli è andata male. Ma voglio pure dire che giovedì non erano in discussione atti politicamente rilevanti e associabili all’operato dell’amministrazione Mastella. All’ordine del giorno c’erano argomenti di esclusivo interesse della comunità, come l’ampliamento dell’istituto per Geometri o il regolamento per la valorizzazione delle attività agroalimentari”.
Per il resto, considerato lo spettacolo offerto in streaming, De Minico non ha dubbi: l’era dei Consigli da remoto è già da archiviare: “Ma non avevo dubbi, era giusto tentare ma è complicata. Si fa fatica a tenere l’ordine quando si è in presenza, così è impossibile”.
Non manca, nelle sue riflessioni finali, un ‘mea culpa’ politico. E una stilettata a Fausto Pepe: “E’ la maggioranza che deve garantire il numero legale. Lo dico oggi come lo dicevo prima, quando l’amministrazione Pepe accusava l’opposizione di ostruzionismo. Io non ho cambiato idea, l’ex sindaco sì visto che da capogruppo dell’Udeur la pensava come me”.
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