Napoli – “Non mi parli delle beghe locali, eh! Anche perchè ho pochissimi minuti: col mio lavoro giro il mondo. Sono una persona concreta. Pragmatica. Se dobbiamo parlare, parliamo di Napoli”.
Affare fatto con Stanislao Lanzotti, coordinatore cittadino di Forza Italia. Parliamo di cose concrete: Napoli ha 5 miliardi di debito. Che facciamo?
“Quello che dico da 10 anni, quando i debiti ammontavano a 1, massimo 2 miliardi: una legge speciale per Napoli”.
Non lo dica ai suoi alleati della Lega: Severino Nappi ha detto che questa non è una via d’uscita. Anzi: è puro, inutile assistenzialismo.
“Nappi deve capire che Napoli ha gli stessi diritti del resto d’Italia”.
Il centrodestra, però, così va a farsi friggere…
“E’ una questione di dignità, di fare spazio concretamente alla buona politica. Noi rivendichiamo il punto e a capo altrimenti Napoli non potrà mai ripartire sul serio”.
Serve farla finita con le cattive amministrazioni, dice Nappi.
“Certo. E per fare questo serve uscire da una logica emergenziale. Mettere un punto agli sconquassi di questi anni. E poi affidarsi a una sana economia di mercato. Io già l’ho detto. Ma sa quanti posti di lavoro si possono creare?”
Quanti?
“Centomila posti di lavoro, considerando l’indotto”.
Passa l’angelo e dice amen.
“Dobbiamo puntare su una rete efficiente di trasporti. Mettere a frutto il patrimonio immobiliare. Sfruttare la risorsa mare. Da San Giovanni a Bagnoli”.
Se i napoletani sentono parlare di Bagnoli si sentono male, mi creda.
“Ma io da quanto tempo vado ripetendo che la colmata è lì e che è impossibile rimuoverla? E che in ogni caso bisogna creare opportunità di sviluppo trasformando quell’area con un terziario avanzato, d’eccellenza?”
Da quando?
“Dal 2004-2005 si sapeva che sarebbe andata a finire così con la colmata”.
E ora?
“Ora bisogna capire che dove arrivano i ricchi arriva il benessere”.
Il benessere segue sempre i ricchi, infatti.
“Ma non solo: c’è lo spirito di emulazione. Si scatena la voglia di fare, di mettersi in gioco. Ce l’ha fatta Dubai che era un deserto…”
Ce la può fare anche Napoli.
“Bisogna arrivare ad essere un’attrazione per i giovani che, con lo smart working, dovrebbero avere l’opportunità di venire qui a lavorare e a spendere. Per questo abbiamo bisogno di idee. Di raccogliere nuove energie. E io lo sto facendo costruendo una grande lista: “Azzurri per Napoli””.
Ma lei è il coordinatore cittadino di Forza Italia.
“E io mi sento al 100% di Forza Italia”.
Ma lavora per una lista con un altro nome.
“Sono a disposizione. Ma sono un uomo del fare”.
Il centrodestra così va a pezzi.
“Finora si è sviluppato un dibattito sterile. Si discute di persone. Di leadership anzichè di idee per la città”.
Da Tajani a Gasparri: da Roma, stanno pregando tutti, un giorno sì e l’altro pure, affinchè il centrodestra napoletano ritrovi l’unità.
“Io sono di centrodestra quando Silvio Berlusconi si presenta alle elezioni”.
Se no?
“Sono di centro, un liberale, un popolare. Non un populista. E sono uno a cui viene il prurito se sta appresso alle beghe locali. Alle polemiche sterili di quello piuttosto di quell’altro”.
Però una cosa, quelli là, pure la dicono: se il centrodestra vuole conquistare finalmente Palazzo San Giacomo deve presentarsi unito.
“Si conquista Palazzo San Giacomo con le idee. Non con le meschinità. O i simboli”.
Come chiede Catello Maresca.
“Esatto”.
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