Operai Meb gettano tute di lavoro dopo tavolo al Mise: “Non siamo più del gruppo Fontana” (VIDEO)

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Castellammare di Stabia (Na) – “Da oggi non siamo più operai del Gruppo Fontana, l’abbiamo capito questo, Ok?” così Gennaro Verdoliva, Rsu dello stabilimento Meridbulloni di Castellammare di Stabia, annuncia dal megafono l’esito negativo del tavolo al Mise, appena concluso, con la sottosegretaria alla Sviluppo, Alessandra Todde e i vertici dell’azienda brianzola.

Non voglio fare pubblicità – chiarisce – ma se mi seguite tutti quanti, dobbiamo gettare questo giubbotto”. Un gesto accolto tra gli applausi degli operai metalmeccanici in presidio , da quasi un mese, all’esterno della fabbrica del Corso De Gasperi.

Finisce così il primo confronto al ministero, tra le istituzioni italiane e il Gruppo Fontana, sulla vertenza Meridbulloni.

Dopo il “ricatto natalizio” l’azienda non è tornata sui propri passi. Quando lo scorso 18 dicembre, per aggirare il blocco dei licenziamenti dovuto al Covid e vigente fino al 31 marzo, ha fatto recapitare, a sorpresa, una missiva agli 81 operai stabiesi. “Invitandoli” a trasferirsi in Val di Susa entro il 1 febbraio 2021, pena la cassa integrazione. Una notizia che ha difatti mandato nello sconforto l’intera città di Castellammare, dove la Meb è uno degli ultimi presidi lavorativi rimasti in città, dopo la desertificazione industriale costruita man mano negli anni sotto l’ombra del Vesuvio.

Non possiamo accettare che un sito come quello in questione, che ha una storia e che rappresenta una realtà importante per la Campania, possa cessare l’attività – ha spiegato a margine del vertice la sottosegretaria allo Sviluppo, Todde, chiarendo che ora il Mise continuerà a lavorare con – lo scopo di costruire una soluzione concreta, in modo che si individui un percorso condiviso che garantisca un futuro sia allo stabilimento di Castellammare che ai lavoratori”.

Uno stabilimento costruito circa 50 anni fa su un suolo demaniale e con i fondi della cassa del Mezzogiorno. Lo stesso Sud che ora, dopo la crisi Whirlpool a Napoli e quella dell’Ilva di Taranto rischia di perdere un altro tassello industriale, che resiste da mezzo secolo, in quello che oggi è diventato il “deserto” del Meridione.

Come sindaco – scrive il primo cittadino di Castellammare, Gaetano Cimminoho chiesto senso di responsabilità verso le maestranze, vero esempio di impegno ed efficienza e patrimonio inestimabile da non disperdere. È questa la mission che il gruppo dovrebbe mettere in campo”.

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