Esattamente un anno fa il Benevento stava spiccando il volo verso un’inevitabile promozione in serie A. Nove punti di vantaggio sulla terza dopo quindici giornate, venticinque gol fatti e nove subiti (di cui quattro in un solo match, a Pescara). Eppure – nonostante un quadro statisticamente idilliaco – diversi addetti ai lavori dal palato fine nutrivano perplessità sul gioco espresso dalla squadra di Inzaghi, reputato inferiore a quello di almeno due squadre del torneo cadetto.
Premessa doverosa, perché lo spirito ritrovato sta tornando decisamente utile ai giallorossi. La gara di Parma, per conduzione e solidità, ha ricordato il Benevento di un anno fa. Meglio, quella vista in campo al Tardini non è parsa altro che la versione “S” di un iPhone ben riuscito. E’ bastato qualche accorgimento tecnico per far sì che non si avvertisse il gap di categoria, ma il libretto di istruzioni e di sviluppo è rimasto sostanzialmente invariato.
Allora forse ha ragione chi dice che nei momenti di difficoltà si debba scavare dentro se stessi per cercare le giuste risposte, affidarsi alle cose certe e tirare dritto. E pazienza se quelle cose certe sono poche, non è detto che non siano sufficienti. Lo sa il Benevento, che dopo un periodo terribile culminato con la sconfitta interna contro lo Spezia è riuscito a fare un’analisi pulita e a ripartire centrando un tris di risultati che rappresenta un unicum nella storia del club (mai in A gli era accaduto).
Lo zero a zero di Parma non avrà permesso agli esteti di leccarsi i baffi ma ha indubbiamente soddisfatto i cultori della tattica. Il Benevento ha sbagliato poco, ha giocato con ordine e con un pizzico di fortuna avrebbe messo al tappeto un avversario che nell’ultimo quarto d’ora – quello più caldo – ha tirato completamente i remi in barca. Il punto è prezioso su ben due livelli: continuità e certezze. Orfana di Caldirola e Schiattarella, due dei componenti della spina dorsale, la Strega non ha corso rischi né sventato tiri in porta, al punto che Montipò negli spogliatoi non ha dovuto neppure lavare i guanti.
Ora la suggestione, restando sulla via Emilia, porta alla sfida con l’ex De Zerbi e il suo Sassuolo, giudicata ‘ingiocabile’ – diciamolo pure – solo qualche settimana fa. Al momento i neroverdi sono però in difficoltà e il Benevento vanta le caratteristiche dell’avversario che maggiormente soffrono. Compattezza, idee chiare, difesa serrata. Con l’ambizione di ripartire e involarsi verso l’impossibile, magari stavolta aggiustando la mira. Sì, magari.
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