I lavoratori della Nestlè di Perugia sono sul piede di guerra. Mentre a Benevento si punta sulla pizza surgelata e si auspica una crescita occupazionale che potrebbe includere 150 nuovi dipendenti in 3 anni, nel capoluogo umbro il clima diventa caldissimo in una delle fabbriche di cioccolato più rinomate d’Italia, produttrice dei Baci.
I lavoratori Perugina, infatti, preoccupati per l’incubo esuberi, accusano Nestlé di aver alzato un muro nelle contrattazioni e dunque scatterà lo sciopero di massa.
I sindacati RSU hanno infatti deciso di incrociare le braccia mercoledì 27 settembre, giorno in cui è stato convocato il tavolo di concertazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Questa la nota dei sindacati dopo le assemblee generali avvenute ieri: “Le lavoratrici ed i lavoratori della Perugina hanno manifestato una forte preoccupazione verso l’atteggiamento della Nestlé in merito alla vertenza in atto ed è emersa la necessità di una mobilitazione che parta proprio dalla fabbrica, tesa a rafforzare le posizioni della RSU nel giorno della convocazione del tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Crediamo – insistono i sindacati – altresì che le Istituzioni territoriali così come le forze politiche e sociali debbano aderire a questa mobilitazione rimarcando la centralità della Perugina per tutto il territorio. Giovedì 28 settembre sono convocate le assemblee generali alla presenza delle Segreterie Nazionali di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil per discutere in merito all’andamento dell’incontro del 27 e sarà l’occasione per valutare eventuali ulteriori iniziative da intraprendere”.
La questione nasce principalmente nel momento in cui il gruppo svizzero annuncia 340 esuberi nonostante l’accordo siglato nel 2016 per il rilancio della sede di Perugia. Già il 16 settembre i lavoratori manifestarono, durante la notte, dinanzi allo stabilimento di San Sisto per indurre Nestlè a modificare i suoi atteggiamenti e ad aprire un confronto vero e senza pregiudiziali.
Dunque, la tensione è altissima in Umbria e a leggere le dichiarazioni dei vertici Nestlè la soluzione appare lontana, vista la volontà di confermare i 340 esuberi previsti a giugno 2018, mese in cui non sarà più possibile rinnovare la cassa integrazione straordinaria.
“Data l’impossibilità di fare ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali – sottolinea Nestlè – emerge l’esigenza di procedere ad un riequilibrio occupazionale che, ad oggi, stimiamo possa coinvolgere circa 340 addetti alle attività di produzione e logistica, ai quali – nei prossimi anni – non sarà possibile assicurare la continuità occupazionale presso l’Unità di Perugia, se non in funzione della stagionalità tipica delle produzioni dolciarie”.
Orecchie e occhi aperti sulla vicenda anche a Benevento dove, al contrario, si attendono, dopo gli annunci in pompa magna di due settimane fa nel complesso di San Vittorino, le 150, forse, assunzioni per la sviluppo dell’Hub internazionale della pizza surgelata.
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