Napoli – Nel calcio moderno, dove è rimasto poco spazio per il romanticismo, c’è una certezza: Marek Hamsik il capitano del Napoli. Il 17 azzurro è una garanzia, ormai da dieci stagioni. “C’è solo un Capitano”. A Napoli lo urlano e lo pensano, perché Marek è un insostituibile campione, napoletano d’adozione, leader silenzioso ma presente, “Capitano” vero. Contro il Benevento lo slovacco ha dimostrato ancora una volta il suo attaccamento alla maglia azzurra, non tirando quel calcio di rigore, lasciando a Mertens la gloria. Perchè per un capitano, per una bandiera, la squadra viene prima di tutto. Ha preferito la gioia di Dries e la possibilità di giocarsi la classifica cannonieri piuttosto che uscire dal tunnel delle critiche con una scorciatoia e avvicinarsi al maledetto record di Maradona. Mentre i 50 mila del San Paolo urlano a gran voce il nome di dello slovacco, Dries tentenna e guarda il Capitano: Hamsik fa finta di non sentire il mister e dice a Mertens di non preoccuparsi e calciare. Anche Sarri avrebbe voluto sbloccarlo, e invece, sarà per la prossima.
Hamsik non è mai partito a razzo in nessuna delle sue stagioni in maglia azzurra, raggiungendo il suo picco di forma soltanto in autunno tra ottobre e novembre, per poi proseguire spedito nell’arco della stagione. Quest’anno, poi, c’è un’altra variabile da considerare: la preparazione anticipata causa preliminari di Champions col Nizza. L’impegno europeo ha pesato non poco su questo avvio di stagione, senza contare che Marek è stato impegnato anche durante la pausa di campionato con la sua Slovacchia.
Sette partite e nessuna gioia, un inedito, una novità amara e la maledizione di Diego. Ma Marek ha bisogno di sbloccarsi e la sua gente lo sa e non vede l’ora che torni a rialzare la sua cresta.
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