Pedofilia, don Piccolo: “Necessaria una cultura informatica nelle famiglie”

A girl plays with a ball in a refugee home in Boeblingen, Germany, 24 September 2013. The first refugees from Syria arrived in Boeblingen. Photo: DANIEL BOCKWOLDT/dpa - Infophoto
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Valle del Sele (Sa) –  “È necessario formare le famiglie all’utilizzo dei socialnetwork e del web per evitare che internet possa trasformarsi in una trappola usata dai pedofili per adescare i minori”. È quanto sostiene il parroco della parrocchia di Oliveto Cira, don Luigi Piccolo, circa l’uso incontrollato dei social da parte dei minori, vittime spesso, della trappola della pedofilia.

L’ultimo episodio di pedofilia si è registrato qualche giorno fa, in un paesino della Valle del Sele. La vittima, una ragazzina di 12 anni, era stata adescata prima su Instagram e poi su Telegram, da un uomo di 30 anni che, camuffando l’identità e fingendo di chiamarsi Luca e di avere 19 anni, chiedeva ed inviava alla minore, foto e video a sfondo sessuale.

Chat che poi, si sono trasformate in un incontro durante il quale l’uomo avrebbe raggiunto la minore, facendola salire in auto e chiedendole di avere rapporti sessuali.

Ad accorgersi di quanto stava accadendo e a denunciare l’uomo, è stata qualche giorno fa, la madre della minore, una donna di 40anni che, dopo aver strappato dalle mani il telefono alla figlia, ha fatto l’amara scoperta.

È stata la coraggiosa mamma infatti, a denunciare e far arrestare tempestivamente il pedofilo, un militare dell’Esercito italiano in servizio presso la caserma di Persano che ora si trova in carcere con l’accusa di pedofilia e detenzione di materiale pedopornografico.

Questo però, non è l’unico caso di pedofilia che si è registrato nell’area del cratere salernitano.

Sono storie agghiaccianti e che lasciano senza parole – dice don Piccolo, impegnato da anni nel sociale sul territorio del cratere – La pedofilia è un delitto disumano, degno solo di un orco”.

Nel condannare con forza l’accaduto ed esprimere vicinanza nella preghiera alla famiglia della minore però, il parroco lancia un monito alle famiglie: “i genitori abbiano una cultura informatica e ricordino sempre che internet è uno strumento potentissimo che se lasciato liberamente in mano ai ragazzini, è causa di trappole terribili come quelle della pedofilia. I social e il web – aggiunge – se vengono utilizzati con attenzione e prudenza, hanno una grande forza informativa ed è per questo che è fondamentale una formazione delle famiglie all’informatica”.

Ma il giovane sacerdote del cratere rivolge un pensiero anche ai militari: “esprimo solidarietà a tutti quegli uomini e quelle donne straordinarie dell’Esercito italiano, che ogni giorno indossano con onore la divisa e che oggi, a causa di questo indegno episodio si vedono macchiati”.

Un monito quello di don Piccolo, a cui si aggiungono anche le parole dell’avvocato salernitano, Michela Palmieri: “da avvocato ma soprattutto da donna, è difficile accettare certi episodi ed esprimo vicinanza e solidarietà alle vittime.– Infine, l’appello alle Istituzioni locali – in un momento difficile come quello che stiamo vivendo per via dell’emergenza sanitaria da covid19 – spiega l’avvocato – chi occupa un ruolo istituzionale deve tutelare le famiglie e soprattutto i ragazzi deboli che hanno bisogno più che mai del nostro supporto da adulti. La tecnologia ci ha dato tanto – chiosa il legale – ma se non è controllata dagli adulti, toglie l’infanzia ai nostri figli. Nessuno resti indifferenze – conclude l’avvocato Palmieri, invitando le famiglie a denunciare – le vittime non vanno lasciate sole e certi fatti gravissimi, vanno sempre denunciati affinché lo Stato intervenga con lo strumento della Giustizia”.

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