Una delibera in cui si demanda ogni decisione, sia su passato che futuro, ad Avellino Città Servizi. E’ questo, in sintesi, il documento che la giunta comunale ha approvato questa mattina sul futuro delle aree di sosta chiuse e sulla loro gestione. Chi si aspettava un deliberato più dettagliato è rimasto deluso.
Lo schema proposta dal sindaco Paolo Foti alla sua squadra di governo, infatti, non scioglie alcun dubbio sul futuro se non che bisognerà fare un nuovo bando nel rispetto delle indicazioni dell’Anac, cosa tra l’altro abbastanza scontata. L’autorità anticorruzione, infatti, vieta la possibilità di inserire nel bando preferenze per cooperative sociali di tipo B, onde evitare discriminazioni tra gli eventuali partecipanti al bando stesso. All’Acs viene affidato il compito di annullare il precedente bando e individuare il modo in cui riuscirci anche perché, a conti fatti, non sarebbe mai stato annullato fino a questo momento, nonostante dal Comune abbiano sempre dichiarato il contrario.
Completato questo passaggio spetterà sempre ad Acs elaborare un nuovo bando per l’affidamento in gestione delle aree chiuse. In questa direzione il deliberato di giunta approvato oggi non fornisce alcuna precisazione sulle cifre che il Comune verserà al futuro vincitore per la gestione delle aree. Anche questo, probabilmente, dovrà stabilirlo l’Acs.
Al pari, sempre il deliberato di giunta non ha previsto nulla sul futuro dei parcheggiatori che, fino allo scorso anno, lavoravano alle dipendenze delle coop che gestivano le aree di sosta. Si prevede solo che, il futuro gestore, dovrà assumere persone rientranti nella categoria «svantaggiati», senza però specificare alcun parametro. Anche in questo caso spetterà ad Acs inserire i parametri nel bando di gara che andrà a redigere.
A ben vedere, dunque, dopo mesi di discussioni e annunci, da Piazza del Popolo non è venuta fuori ancora una parola definitiva sul futuro delle aree di sosta. E il mese prossimo la vicenda parcheggi compirà un anno di vita, da quando in pratica sono scadute le convenzioni con le coop che gestivano le aree di sosta lasciandole praticamente abbandonate.
di Marco Imbimbo
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