E’ fatta. Il Benevento è tornato nel paradiso del calcio italiano dopo due anni. La promozione in serie A è arrivata con ben sette giornate di anticipo, al termine di un cammino strepitoso. A Inzaghi, ai calciatori e allo staff abbiamo tributato un ‘pagellone’ speciale, eccolo.
Montipò 10: La sua stagione inizia con un rigore parato al 95′ della gara di esordio con il Pisa, da lì in poi non fa altro che migliorarsi risultando per distacco il miglior portiere del campionato. Guida la retroguardia meno perforata della serie B e una delle meno battute d’Europa. E’ la sua stagione del riscatto, perfetta sotto ogni punto di vista. Zero gol subiti post lockdown, superbo contro le vespe.
Manfredini 7: Una sola presenza fino a questo momento, ma in una sfida decisiva. La collezionò alla quarta giornata di campionato contro il Cosenza, quando si rivelò infallibile nelle uscite e in un paio di interventi che tennero a galla il Benevento fino al gol decisivo di Armenteros, giunto al 93′.
Gori 10: Inzaghi con ogni probabilità darà spazio anche a lui nel finale di stagione, ma anche senza giocare Ghigo Gori si è rivelato a suo modo decisivo. Può ormai considerarsi una vera leggenda di questo club, considerando che ha vissuto tutte le promozioni. A questa vanno aggiunte quelle dalla C2 alla C1 (2008), dalla C1 alla B (2016) e dalla B alla A (2017). Grande uomo spogliatoio, è un punto di riferimento per tutti i compagni.
Caldirola 10: Un muro invalicabile per qualsiasi attaccante, una roccia. Difficile trovare gli aggettivi giusti per la sua stagione. Oltre al grande tempismo e al carisma in fase difensiva, è risultato decisivo sotto porta nelle ostiche trasferte di Venezia (colpo di testa del definitivo 2-0) e Perugia (deviazione sotto misura per il gol che ha aperto il match). Il rosso contro la Juve Stabia (due in realtà, ne rimediò uno anche all’andata) non rovina la sua stagione. Spaventoso.
Antei 9: La sfortuna si è accanita contro di lui. Dopo un girone di andata esemplare, il centrale romano ha dovuto alzare bandiera bianca dopo l’ennesimo infortunio della sua carriera. Il 29 dicembre ha rimediato la rottura del legamento crociato, ma se il Benevento in quel momento era già in fuga verso la A, parte del merito va attribuito indubbiamente anche alle sue prestazioni infallibili: 15 presenze, 12 vittorie e 3 pareggi. I numeri sono dalla sua.
Barba 8: Arrivato nel mercato invernale, il romano è stato usato da Inzaghi sia nel ruolo di terzino sinistro che di difensore centrale non deludendo mai le aspettative. Nell’esordio a Cosenza fece subito capire che la dirigenza ci aveva visto giusto, poi altre buone prestazioni con Perugia, Pescara, Entella e Cremonese. Quando ha giocato sulla fascia ha fatto bene sia in copertura che al cross. Un colpo da serie A.
Volta 9: Ha saltato gran parte del girone di andata per problemi fisici ma quando è stato chiamato in causa ha sempre dato il massimo conquistando sul campo il prolungamento del contratto. Riesce ad abbinare la giusta aggressività a letture perfette negli anticipi. Frequente il dialogo con la panchina, quasi da allenatore aggiunto. Inzaghi lo stima anche per questo.
Tuia 10: Un difensore goleador. Quando Inzaghi lo gettò nella mischia nei minuti finali a La Spezia, impiegò pochissimi secondi a fornire l’assist del decisivo 1-0 a Tello. Da lì è iniziata una stagione da incorniciare, condita dai tre gol segnati ad Empoli, Chievo e Ascoli, tutti nel girone di andata, nel periodo in cui la Strega ha deciso di allungare il passo. Eleganza e sicurezza al servizio dei compagni.
Letizia 10: Probabilmente siamo davanti alla miglior stagione della sua carriera. L’unica gara che ha fallito è quella di Pescara, che ancora oggi viene ricordata come l’unica macchia del percorso. Grande lavoro sulla corsia sinistra, di raccordo tra i reparti e di supporto ai centrocampisti. I suoi cross a tagliare il campo hanno portato diversi punti. Meritata la gioia del gol a Livorno, quando fu portato in trionfo sotto il settore ospiti.
Maggio 10: Una risposta secca e decisa a chi lo dava per finito. Superbike ha trascinato da capitano il Benevento in serie A a suon di assist e gol. Cinque passaggi decisivi e tre gioie personali contro Cittadella (sia all’andata che al ritorno) e Chievo. Un signore del calcio che merita di tornare a recitare un ruolo da protagonista anche sul palcoscenico più importante. Solo applausi per lui e la sua spiazzante continuità.
Gyamfi 8: Ok, soltanto due presenze, ma quella col Crotone vale una buona fetta di campionato. Giocò da difensore centrale, ruolo mai ricoperto in carriera ad alti livelli, senza sbagliare un colpo. “Sembrava Franco Baresi”, disse Inzaghi in conferenza. Quel giorno il Benevento mise il punto esclamativo sull’alta classifica lanciando un segnale chiaro alle inseguitrici.
Viola 10: E’ a un passo dalla doppia cifra e la meriterebbe oltre ogni cosa. Un giocatore completo, che sa sempre trovare la soluzione giusta ad ogni problema. La tripletta al Trapani resta il punto più alto della sua stagione, ma ogni partita giocata è arricchita dalla sua firma. Se non nel tabellino, negli occhi dei tifosi. Nove gol e sei assist in ventisette presenze. Un alieno per la B.
Tello 9: Anche per il colombiano è stata la stagione della rinascita. Inzaghi lo ha reinventato esterno offensivo nel 4-4-2 di inizio stagione, lui ha macinato chilometri mostrando grande capacità di inserimento unita a un’esplosività notevole. Bene anche nel 4-3-2-1 da mezzala. Decisivo a La Spezia ma non solo. Il suo apporto va oltre le cifre, pedina raffinata a gara in corso.
Hetemaj 10: L’acquisto last minute di Foggia è stato anche quello che più di tutti ha cambiato la squadra. Il finnico ha sempre corso per quattro senza eccedere nella durezza degli interventi. Infinito il quantitativo di palloni riconquistati, ripuliti e affidati ai compagni di reparto più tecnici. Senza di lui staremmo parlando decisamente di altro. Imprescindibile.
Schiattarella 10: Dopo la scialba prova all’esordio a Pisa si infortunò costringendo la dirigenza a tornare sul mercato con un tempismo perfetto, verrebbe da dire, considerato l’arrivo di Hetemaj. Una volta rientrato in campo ha dato sfoggio della sua classe figurando come uno dei principali artefici della svolta tattica. Il passaggio al 4-3-2-1 operato contro il Crotone fu attuato proprio in funzione delle sue caratteristiche. Ha ripagato alla grande, da vero direttore d’orchestra. Un maestro di calcio.
Del Pinto 8: Terza promozione per lui in giallorosso dopo quella in B del 2016 e quella in A del 2017. Ha iniziato il suo campionato con lo shock del rigore procurato a Pisa (poi parato da Montipò) ma ha proseguito con spirito da vero gladiatore. Inzaghi sa che può fidarsi di lui in qualsiasi momento, per questo quando lo inserisce a gara in corso il vantaggio può considerarsi al sicuro. Avrebbe meritato il gol con la Juve Stabia, ma è stato steso platealmente al momento della conclusione.
Basit 6: Pochi minuti per lui, gli ultimi di gioco prima del lockdown, nel deserto del Vigorito. In quella circostanza mise in campo un’ottima personalità nel finale di gara, quando Inzaghi decise di regalargli la soddisfazione dell’esordio in giallorosso. Il classe ’99 ghanese è una delle intuizioni di Foggia che lo ha ingaggiato la scorsa estate dall’Arezzo. Promettente.
Kragl 10: Nel suo sinistro c’è la dinamite. Sette assist e quattro gol, giocate determinanti per l’esito di ogni singola partita. Una precisione balistica senza pari ha consentito al Benevento di rendere letale qualsiasi calcio piazzato, per non parlare della fisicità risultata utile in tutti i contesti difensivi. Arma letale.
Vokic 6: Lo sloveno ha trovato pochissimo spazio con Inzaghi senza tuttavia perdere la gioia di far parte di un grande gruppo. Le gerarchie della squadra sono state fin da subito definite, ma questa stagione lo avrà senza dubbio aiutato a crescere. D’altra parte il mancino è raffinato e il futuro è tutto da scrivere.
Improta 10: La sua capacità di incidere a gara in corso lo ha trasformato in un jolly fenomenale. Devastante in contropiede, efficace nel cambiare passo quando gli avversari non ne avevano più. La sua stagione è un inno al gruppo: mai una parola di troppo e una capacità innata di calarsi nelle situazioni. Come nel match di ritorno contro lo Spezia, quando mise in fila un gol e due assist in soli 38 minuti. Chapeau.
Insigne 10: Qualcuno storse il naso quando il Benevento lo riscattò l’estate scorsa dal Napoli, ma è stato ampiamente smentito. “Robertinho” ha messo in fila sei gol in sette gare nel girone di ritorno trascinando la Strega in serie A a suon di giocate decisive. L’uomo in più di Inzaghi, frequentemente decisivo dalla panchina. Con il 4-3-2-1 ha cambiato marcia, scrivendo il suo nome tra i protagonisti assoluti.
Coda 10: Dal punto di vista realizzativo la stagione non è stata all’altezza di quella precedente, ma Hispanico ha compensato con un grande lavoro di sacrificio molto fruttuoso per i compagni di reparto. Nonostante le voci insistenti su un possibile addio, l’attaccante di Cava non si è mai lasciato distrarre dal discorso legato al contratto mostrando grande professionalità. Protagonista.
Moncini 8: Arrivato nella finestra di mercato invernale, è andato a segno alla sua seconda presenza risolvendo la difficile trasferta di Cittadella. In gol anche con Spezia (torsione di testa strepitosa) e Pescara. Graduale il suo inserimento negli schemi di Inzaghi che con lui si è regalato la possibilità di giocare con due punte di peso.
Sau 10: L’acquisto pregiato dell’estate ha aggiunto classe al reparto offensivo. Un talento che è emerso in particolar modo nella notte della tripletta all’Ascoli, il 29 dicembre. Con quel tris il sardo ha praticamente messo in ghiaccio la serie A, ritirando lo scontrino quando ha depositato in rete il gol promozione contro le vespe. Le difese della B non sanno come tenerlo a bada. Di un’altra categoria.
Di Serio 6: Una sola presenza, anzi: un solo minuto (più recupero, contro il Pordenone). Il giovane classe 2001 di Trento ha però i colpi dell’attaccante di razza e vanta ampi margini di miglioramento. Stabilmente tra i convocati di Inzaghi, ha respirato per un’intera stagione l’atmosfera dei big e l’anno prossimo potrà puntare a una nuova avventura da protagonista con un bagaglio di esperienza notevole.
Foggia 10: Quando riesci a prendere Hetemaj all’ultima giornata metti la firma su un capolavoro. Gli acquisti di Sau, Schiattarella e Kragl hanno aumentato la cifra tecnica di una rosa che ha saputo trovare nella fame di riscatto la scintilla per ripartire in maniera ancora più determinata. La sua regia è stata pefetta. E’ già da tempo al lavoro per il futuro, lo attende un’altra grandissima sfida.
Inzaghi 10: Dopo il flop di Bologna era a caccia di un rilancio imponente ed eccolo servito. Si parlerà a lungo del suo Benevento dei record, una squadra capace di dominare su ogni campo in lungo e in largo. Il 4-4-2 iniziale aveva dato già esiti felici, ma è stata la duttilità tattica la chiave di volta del successo. Il resto lo hanno fatto il carisma e la mentalità che ha saputo imprimere a un gruppo cinico. Nessun muso lungo, tutti lo hanno seguito ripagando la fiducia. Vincente.
Vigorito 10: Aveva promesso di tornare in serie A al più presto e ha mantenuto la parola. Dopo la delusione dello scorso anno il suo Benevento è partito ancora più forte mettendo in campo carattere da vendere. Vincente la scelta di affidare la panchina a Inzaghi, operata in tandem con Foggia. Ora la missione è una soltanto: puntellare la rosa con elementi all’altezza per una permanenza stabile in massima serie. Lungimirante.
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