Potrebbe costare molto caro, in termini politici, l’accanimento con il quale la Lega sta tentando di impedire la candidatura di Armando Cesaro alle regionali in Campania del prossimo settembre. Il diktat salviniano, infatti, non solo sta letteralmente mandando in frantumi il centrodestra guidato da Stefano Caldoro, con Forza Italia che non accetta di essere umiliata in questo modo, ma rischia paradossalmente di rafforzare addirittura il governo di Giuseppe Conte.
In questi giorni, infatti, con l’addio al M5s di un’altra senatrice, Alessandra Riccardi, passata alla Lega, la maggioranza giallorossa a Palazzo Madama si è ulteriormente assottigliata, e balla intorno a quota 161, fatidica soglia di maggioranza assoluta. Il centrodestra festeggia la precarietà giallorossa, la Lega in trincea non vede l’ora che il classico “incidente” mandi la maggioranza sotto e avvicini le elezioni anticipate.
Ma c’è un ma. Un piccolo dettaglio, trascurato probabilmente da Salvini. Quel dettaglio si chiama Forza Italia Campania, un partito che da 25 anni costituisce una delle roccaforti azzurre e che vede nei Cesaro un punto di riferimento politico ed elettorale. Non passa giorno, che Salvini non affermi urbi et orbi, sui giornali, sui social, che lui con “i Cesaro”, non vuole avere niente a che fare. Non vuole Armando candidato, in quanto figlio di Luigi.
Sta terremotando una coalizione intera,costringendo Stefano Caldoro a fuggire dalle domande dei giornalisti. Sta suscitando la reazione di orgoglio forzista, che passa, inevitabilmente, anche attraverso un elenco di personaggi politici che hanno problemi con la giustizia e che sono vicini alla Lega, che circola vorticosamente nelle redazioni e sugli smartphone degli addetti ai lavori. Ma soprattutto, sta facendo i conti senza l’oste, e l’oste si chiama Forza Italia Campania.
Se Salvini conquisterà lo scalpo di Armando, c’è da essere certi che il papà, insieme ad almeno altri due senatori napoletani di Forza Italia, Domenico De Siano e Vincenzo Carbone, non potranno non trarre le conseguenze politiche di questa vicenda. C’è da prevedere che il centrodestra non potrà più fare totale affidamento sui parlamentari campani vicini a Cesaro, per la gioia del governo giallorosso. Se Cesaro per la Lega è ripugnante in consiglio regionale, sarebbe il ragionamento, non può non esserlo anche a Roma.
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