Non siamo ‘immuni’ dagli urlatori frustrati

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it
Tempo di lettura: 2 minuti

L’Istat non ha ancora varato classifiche in merito, ma ormai dubbi non ce ne sono più. La percentuale di frustrati urlatori in Italia ha raggiunto vette mai esplorate prima. I deliri si sprecano, le contestazioni pure, per non parlare delle critiche pubbliche senza cognizione di causa. 

Facciamo un passo indietro di qualche ora e trasferiamoci alla serata di ieri. Mentre diversi di noi cenavano, guardavano un film, facevano una passeggiata (meteo permettendo) o scambiavano quattro chiacchiere con gli amici, c’era chi smanettava con lo smartphone alla ricerca dell’app “Immuni”, varata da Governo e Ministero della Salute con l’obiettivo di tracciare i contagiati dal Covid-19 nel Paese.

La maggior parte degli avventori l’ha trovata senza problemi (del resto digitare ‘Immuni’ non è scalare l’Everest), ma c’è anche chi si è imbattuto nell’app inglese ‘Immune System’ scambiandola per il prodotto interessato. Ed è in questo preciso istante che è partito un processo mentale sconosciuto anche al più competente degli psicologi.

Senza neanche porsi il problema che l’app scaricata fosse quella sbagliata, decine e decine di utenti hanno invaso la sezione commenti per scaricarvi barili di odio. “Non c’è neanche una parola in Italiano”, “Vergogna”, “E’ scritto tutto in inglese”, “la mia grammatica non la sostituisco con quella che mi porterebbe al medioevo”, e giù di lì fino alle peggiori offese nei confronti delle istituzioni, colpevoli di aver varato un’iniziativa ‘poco tricolore’ o addirittura ‘poco nazionalista’. Un fiume di odio dirompente, oggi placato solo in parte dalla diga eretta da chi col ragionamento ha provato a convincere gli urlatori che avevano preso un granchio.

Il problema non è sbagliare, quello può capitare a tutti. Il problema è… non porsi problemi. O almeno dubbi. Non verificare mai. L’abitudine ad informarsi è andata via via scemando, ci si accontenta delle cose comode, dei soli titoli, delle proprie assurde convinzioni. Nell’era della post verità non ci si accerta di quanto sia giusto o vero ciò che si fa e si legge. Di questo passo tra qualche settimana non saranno in pochi a credere al classico asino volante. O peggio ancora, qualcuno si riverserà persino in strada a urlare che il virus non è altro che un’invenzione della finanza. E che ci ammazzeranno tutti col 5G. Ah no, questi qua già esistono. Poveri noi.

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it