Ribadire un concetto con parole ogni volta più forti. Vincenzo De Luca si è rivelato ancora una volta dominatore nella disciplina. Ospite della trasmissione di Rai Tre “Le parole della settimana”, il Governatore della Campania ha risposto alle domande del conduttore Massimo Gramellini, che ha provato a stuzzicarlo sui temi più delicati delle ultime ore. Il primo, ovviamente, riguarda l’apertura dei confini regionali: “Abbiamo un rapporto di amicizia con tutti i cittadini italiani, ma vogliamo salvaguardare le nostre comunità dall’insidia coronavirus. Non credo sia un delitto ragionare su come evitare potenziali focolai nelle regioni del sud, tra le quali figura la Campania”.
De Luca ha poi dribblato la domanda sulla manifestazione dei gilet arancioni svolta in varie città d’Italia. Quando Gramellini gli ha chiesto un commento sulla foto scattata a Milano, dove centinaia di persone si sono assembrate senza mascherina, lui ha glissato: “Cosa penso di queste immagini? Mi fanno una brutta impressione, ma posso capire che un cittadino dopo due mesi di lockdown possa mostrare stanchezza. Ciò che non posso accettare è che questa stanchezza la mostrino anche i politici e gli amministratori, incluso chi ha una responsabilità di governo”.
Il governatore della Campania parla poi di occasione persa: “Tutti in gioventù abbiamo fatto errori, ma ognuno di noi a un certo punto della vita ha incontrato una persona o si è trovato davanti a un episodio che gli ha fatto cambiare mentalità. La movida, ad esempio, è una cosa bella, ma lo sarebbe ancora di più vivere questi momenti eliminando l’utilizzo di super alcolici e pasticche. Purtroppo, però, siamo in un paese in cui tutti hanno smesso di assolvere a una funzione educativa”.
La chiusura, scoppiettante, è per gli ‘odiati’ assistenti civici, oggetto di critica anche nel suo intervento del venerdì: “Ci domandiamo cosa diavolo debbano fare. Ci hanno detto che non fanno praticamente nulla, ma solo moral suasion. Mi preparo dunque a vedere in azione sessantamila raddrizzatori di banane o venditori di cocco. Persone che improvvisano, ma vabbè, questa è l’Italia di oggi”.
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