Palomonte (Sa) – Ci sono voluti anni di battaglie da parte degli abitanti della Valle del Sele e Tanagro costretti a respirare i miasmi provenienti dalla lavorazione dei rifiuti liquidi trattati negli impianti di depurazione del cratere salernitano e di proprietà dell’Ente pubblico Cgs Salerno, per mettere definitivamente la parola “fine” agli odori nauseabondi, grazie alla realizzazione di membrane in pvc che saranno posizionate come copertura delle vasche di lavorazione dei rifiuti liquidi negli impianti di depurazione.
Lavori realizzati lo scorso anno nell’impianto di Buccino e in corso, in questi giorni, anche presso il Cgs sito nella zona industriale di Palomonte.
Aree agricole quelle del cratere salernitano e che dopo il terremoto del 1980, subirono la nascita delle aree industriali con la Legge 219 del 1981 che stanziò centinaia di miliardi di lire di fondi statali destinati all’industrializzane nelle aree terremotate attraverso un mega progetto che diede vita alla creazione delle aree industriali di Buccino, Palomonte, Contursi Terme e Oliveto Citra, dove furono realizzati gli opifici gestisti dal consorzio Asi e gli impianti di depurazioni gestiti dal Cgs Salerno, questi ultimi a servizio di aziende ed Enti adibiti alla lavorazione di rifiuti liquidi provenienti da varie regioni d’Italia.
Nello specifico: i depuratori di Palomonte e Oliveto Citra, quest’ultimo finito anche al centro di un’inchiesta giudiziaria della magistratura salernitana per presunto inquinamento ambientale, lavorano circa 200 tonnellate al giorno di rifiuti liquidi; in stand-by a causa di un contenzioso tra Enti per via dei pareri e autorizzazioni paesaggistiche invece, l’impianto di depurazione di Contursi, adibito alla lavorazione giornaliera di 120 tonnellate di rifiuti liquidi; lavora 300 tonnellate di rifiuti liquidi al giorno invece, con una capienza di quantitativi maggiori rispetto ad altri depuratori, l’impianto Cgs sito in Località Isca del Molino a Buccino Scalo, anche quest’ultimo finito al centro di un’indagine della Procura di Salerno per via dei miasmi sprigionati fino allo scorso anno, dalla lavorazione dei rifiuti liquidi tra cui percolato di discarica. Rifiuti che raggiungono gli impianti di depurazione del cratere a bordo di autobotti che scaricano i reflui nelle vasche dove subiscono prima la lavorazione e la depurazione attraverso il trattamento nelle vasche di stoccaggio, bilanciamento e sedimentazione primaria, la cui acqua viene successivamente immessa nella condotta Snam di Battipaglia dove avviene l’ultima depurazione prima dello scarico nel fiume.
Vasche che anche nell’impianto di Palomonte saranno coperte con membrane in tessuto di fibre poliesteri in pvc, grazie ad una delibera stipulata tra Asi e Cgs ad ottobre dello scorso anno e che prevede la realizzazione dei lavori di copertura e deodorizzazione delle vasche di equalizzazione e di sedimentazione primaria.
Opere queste, del valore di circa 270 mila euro, appaltati dall’impresa Costruzioni Robertazzi che a gennaio ha avviato i lavori ma che hanno subito uno “stop” per via del covid-19, poi ripresi, che dovranno essere consegnati entro il 16 giugno. Una copertura delle vasche che finalmente decreterà la “fine” della questione miasmi, restituendo serenità alla comunità locale che per anni è stata costretta a “barricarsi” in casa, chiudendo porte e finestre anche in piena estate, per non respirare la puzza proveniente dall’impianto.
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