Napoli – “Io trovo assolutamente normale che un sindaco interloquisca con il presidente della Regione. In questi anni è stato difficile, non per mia volontà. Ho voluto chiamarlo perchè il momento è talmente difficile, mettendo da una parte una serie di cose che sono accadute. Lui mi ha risposto e ci incontreremo nelle prossime ore perchè credo che la città di Napoli e la Regione debbano interloquire sul piano istituzionale anche perché il governo finora ha di fatto abbandonato i sindaci”. Se non lo avessimo sentito con le nostre orecchie, non ci crederemmo: il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, intervistato a Storie Italiane, su Rai Uno, sembra il protagonista di un famoso film di Totò, Lo smemorato di Collegno. “Cercheremo di fare un dialogo istituzionale nell’interesse delle nostre comunità. Quando c’è dialogo”, aggiunge De Magistris, “e quando si decidono insieme le cose e c’è rispetto, al di là delle differenze politiche che sono enormi, qualche risultato arriva sempre. Io sono convinto che sarà un incontro fruttuoso”.
De Magistris, ormai completamente allo sbando dal punto di vista politico, senza un futuro, abbandonato dalla sua stessa maggioranza, tenta maldestramente di riavvicinarsi a Vincenzo De Luca, ma lo fa nel modo più sbagliato: capovolgendo la realtà, dimenticando tutto quello che è stato capace di dire del presidente della Regione negli ultimi due mesi, e non solo. Restando alla fase dell’emergenza, ogni santo giorno, De Magistris è andato in tv e ha gettato ombre pesantissime sull’operato di De Luca, a volte prendendo posizioni francamente incredibili: . “Abbiamo buttato 18 milioni”, disse appena 6 giorni fa (non sei mesi o sei anni, sei giorni fa, “per realizzare un ospedale da campo a Ponticelli, quando avremmo potuto avere ospedali come il San Gennaro alla Sanità e altri che sono stati smantellati negli ultimi tre-quattro anni”.
“Per regolamentare le attività di stamattina”, ha detto appena tre giorni fa, lunedì scorso, “il presidente De Luca ha fatto un’ordinanza ieri a mezzanotte. È il caos più totale. Credo sia un fatto di campagna elettorale a cui si stanno preparando alcuni presidenti di regione”. Alcuni, ovvero De Luca.
“La Campania”, proclamò lo scorso 8 aprile, “è la regione che fa meno tamponi. A Napoli ne sono stati fatti appena 6500 per 1 milione di abitanti. De Luca si appassiona più di zeppole e pastiere che di tamponi e posti letto”. “Non si può più continuare così”, attaccò lo scorso 3 maggio, due settimane fa, “consentire di affidare il destino delle nostre vite a chi pensa di usare le persone come se avesse un joystick della playstation, come un mangiafuoco che si esprime, non di rado, con volgarità e sprezzo delle persone, da ultimo anche con sessismo”.
Potremmo citare decine di esempi, tutti uguali, ma ora De Magistris cerca il dialogo con il “sessista mangiafuoco” De Luca. Non solo: qualcuno, nel Pd, pensa pure di agevolare un’alleanza alle regionali tra il sindaco e il governatore. Una eventualità che mette i brividi alla stragrande maggioranza dei sostenitori del presidente della Regione.
(Copertina di Renato Aiello)
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