La scelta del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di dire “no” al governo, trova il sostegno dei presidenti di Regione di centrodestra, e suscita critiche nel Pd e nel M5s. Inevitabile, considerato che la presa di posizione di De Luca va contro quella che in teoria dovrebbe essere il “suo” governo, visto che ne fa parte il Pd.
De Luca ha spiegato i motivi del suo “non firmo” al Corriere della Sera: “Dal 3 giugno liberi tutti, dice il premier. Io dal 2”, spiega De Luca, “ragionerò per capire a che punto è il contagio. E comunque che significa liberi tutti se abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti dell’Italia? Abbiamo condiviso il documento delle Regioni. Ma riteniamo che il ministero della Salute abbia il dovere di dettare linee guida per garantire le condizioni di base prioritarie per la sicurezza dei cittadini. Questo punto non è stato accettato e non abbiamo firmato”.
De Luca pensa che il governo abbia scaricato la responsabilità di un’eventuale risalita dei contagi sulle regioni? “Penso di sì. C’è stato un misto di finzione e di irresponsabilità. Per quello che ci riguarda”, sottolinea il presidente della Campania, “lunedì non apriamo né i ristoranti né i pub né i mercati. Apriremo giovedì per preparare con serietà le condizioni di igienizzazione e poi di sicurezza per i clienti, in questi tre giorni. È una posizione francamente sconcertante quella espressa dal governo. Cosa significa questo finto e tardivo rispetto per le autonomie regionali? Perché allora non lo si è fatto dal 4 maggio? La verità”, argomenta De Luca, “è che non si è retta l’onda d’urto delle categorie, di qualche Regione, del mondo produttivo che spingeva per aprire tutto. Io credo che dobbiamo aprire tutto, ma definitivamente, senza pericoli di ritorni indietro, e in modo ordinato e semplice”.
Concorda con la posizione espressa da De Luca il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, della Lega: “De Luca”, dice Fedriga a Rainews24, “ha fatto un atto forte ma assolutamente comprensibile rispetto a una situazione che aveva dell’incredibile. Io con il presidente della Campania De Luca ho un ottimo rapporto e ritengo che il ritardo con cui è arrivato il Dpcm, che doveva essere pronto giorni addietro e invece è arrivato alle 17 di ieri, può aver creato forti disagi a chi doveva fare l’ordinanza”, aggiunge Fedriga, “come abbiamo fatto noi, e rincorrere quindi quel Dpcm”.
Anche il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, di centrodestra, concorda con il presidente della Campania: “Io sono d’accordo con il collega De Luca”, dice Musumeci a Rai Uno, “che ha voluto dare clamore a un dissenso che tutti i governatori italiani hanno voluto esprimere al governo. La partita si giocava sul senso dell’autonomia regionale”.
“Le Regioni hanno chiesto al Governo”, incalza il presidente della Liguria, Giovanni Toti, a Rai Radio Uno, “che vi fossero linee guida chiare e applicabili. Abbiamo costruito un documento approvato da tutti e abbiamo chiesto al Governo di recepirlo e dopo un lungo confronto ci siamo riusciti. Viene chiesta alle Regioni una valutazione preventiva di tipo epidemiologico prima della riapertura. Per questo”, aggiunge Toti, “il governatore De Luca ha detto che il Governo scarica le responsabilità sui territori”.
Critico nei confronti di De Luca il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, del Pd: “De Luca non deve firmare nulla. Il parere”, dice Boccia a La Stampa, “è stato dato dalla conferenza delle Regioni. Una cosa sono le leggi e le regole un’ altra cosa è la realtà virtuale. Poi c’ è un decreto legge. Nessuno lo obbliga ad aprire. Ma se vuole ripartire deve seguire delle regole e attenersi alle indicazioni delle leggi dello Stato”.
“Non c’era niente da firmare”, precisa il presidente della Puglia, Michele Emiliano, del Pd, a Radio24, “si trattava solo di dare o non dare avvio all’intesa. De Luca pretendeva che la decisione sulla riapertura provenisse dal governo invece si è optato per una corresponsabilità con le Regioni. L’unico screzio è stato questo, del tutto irrilevante e molto enfatizzato dalla stampa”.
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