Il tintinnio di manette scuote, ancora una volta, la politica campana, e di riflesso quella nazionale. La richiesta di arresto nei confronti del senatore di Fi, Luigi Cesaro, e del deputato azzurro Antonio Pentangelo, accusati di corruzione, mette ko il centrodestra. Dal punto di vista locale, relativamente alle imminenti elezioni regionali, la coalizione dei moderati, nelle ultime settimane, si è paradossalmente affidata al giustizialismo di marca M5s per tentare di contrastare il consenso, cresciuto a dismisura nei mesi dell’emergenza coronavirus, del presidente uscente, Vincenzo De Luca.
Sempre più stretto è diventato il legame tra Stefano Caldoro, leader del centrodestra e candidato alla presidenza della Regione da Silvio Berlusconi, e Luigi De Magistris, sindaco di Napoli ed ex pm. La coalizione dei moderati campani, alla luce dei sondaggi che vedono De Luca godere del favore del 65% della popolazione, aveva affidato alla magistratura ogni speranza di rimonta, abbandonando, soprattutto per quel che riguarda Forza Italia, la via maestra del garantismo, uno dei pilastri della politica di Silvio Berlusconi, fin dal 1994.
Non c’è stato giorno, nelle ultime settimane, nel quale i più autorevoli esponenti di centrodestra non abbiano cavalcato ogni minimo spunto giudiziario, che potesse in qualche modo penalizzare il Pd e De Luca. Un errore fatale, che nonostante le poche voci critiche, che nessuno ha voluto ascoltare, si è rivelato, alla luce dei fatti di oggi, l’autogol più clamoroso.
Naturalmente, per quel che ci riguarda, non abbandoniamo, i principi del garantismo: Cesaro e Pentangelo avranno modo e tempo per dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati dalla magistratura. Ciò non ci esime, dal punto di vista politico, di sottolineare come Forza Italia in Campania, oggi, debba leccarsi le ferite, tanto più che la vicenda giudiziaria consentirà alla Lega di Matteo Salvini di continuare a chiedere con ancora maggiore determinazione il candidato alla presidenza per il centrodestra. Pensare di affrontare De Luca con una situazione così delicata è impossibile.
Dal punto di vista nazionale, ora, bisognerà vedere cosa accadrà. La Camera e il Senato concederanno l’autorizzazione all’arresto di Pentangelo e Cesaro? Difficile prevedere cosa succederà, facile invece immaginare che il M5s sarà in prima linea per il “sì” alle manette. Quel M5s con il quale pure, nelle ultime settimane, in Campania il centrodestra sembrava aver trovato una “non belligeranza” nel nome della guerra santa a De Luca. “La richiesta di arresto nei confronti di Luigi Cesaro e di Antonio Pentangelo”, dichiara in una nota il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, del M5s, è inquietante e lascia profondamente sconcertati. Chiedo che il deputato Antonio Pentangelo faccia immediatamente un passo indietro dalla commissione Antimafia, quantomeno in attesa degli sviluppi della vicenda. Non si può e non si deve in alcuna maniera infangare l’onorabilità della commissione”.
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