Salerno – Si è svolto in video conferenza un incontro a cui hanno presenziato i soci del Consorzio Cilento di Qualità con Giuseppe Gagliano e Pasquale Russo, rispettivamente Presidente e Direttore di Confcommercio Campania/Federalberghi per fare il punto della situazione. I partecipanti hanno condiviso una serie di riflessioni contenute in un documento che esamina la situazione attuale e le prospettive del comparto turistico di Camerota-Centola-Pisciotta, comprensorio che, nello scenario provinciale e regionale, occupa un posto di assoluto rilievo per presenze registrate e livello occupazionale. Di seguito i punti salienti del documento:
- forme di sostegno del reddito dei dipendenti che risultavano regolarmente assunti nella stagione 2019, per coprire finanziariamente almeno il 80% del reddito e garantire il mantenimento della forza lavoro delle aziende;
- cancellazione delle imposte IMU e TARI per l’anno 2020;
- moratoria dei mutui in corso, con scadenza almeno al 30 settembre 2021;
- aperture di linee di credito per liquidità, nelle forme di mutui a tassi ridotti (max 0,5%) pari ad almeno il 50% del fatturato 2019 e con periodo di estinzione di alleno 25 anni;
- fondo di garanzia (tipo il fondo per le vittime degli incidenti stradali), per coprire le responsabilità civili e penali, in caso di contagi nelle aziende ricettive che apriranno nella stagione 2020.
“La prossima stagione – dichiara Pietro Cerullo, Presidente del Consorzio – si preannunciava da record, fin quando non è arrivata l’emergenza Covid-19. Noi albergatori vorremmo poter riaprire quanto prima, ma farlo in condizioni di sicurezza. Purtroppo, ad oggi, l’unica misura efficace per contenere i contagi è il distanziamento sociale: va da sé che le attività più a rischio sono quelle turistiche, il cui fondamento risiede, all‘opposto, nell’aggregazione sociale. Le linee guida per garantire la sicurezza nelle attività alberghiere appaiono onerose e, in alcuni casi, praticamente impossibili da attuare. Non osiamo pensare cosa potrebbe succedere se in una struttura ricettiva si dovesse verificare un contagio: ricadute che andrebbero ben oltre il danno puramente economico di un’impresa, che rischierebbero di compromettere seriamente l’immagine e la reputazione della destinazione intera.
Considerazioni del genere rendono evidente la pericolosità e la difficoltà di conciliare il “Fare Turismo” con la “Tutela sanitaria delle persone”. A completare il quadro va aggiunta la riduzione del fatturato che sarà certamente più che dimezzato rispetto allo scorso anno. ”Il contenimento dei danni – prosegue Cerullo – va affrontato con prontezza e senza mezze misure. Non va trascurato che, soltanto nel nostro territorio, sono in bilico 6.000 posti di lavoro, tra gli stagionali e gli annuali: un numero che mette i brividi e che rende necessari interventi straordinari, oltre alla cassa integrazione e la Naspi, per sostenere chi rischia di perdere l’occupazione ricoperta nel 2019. Ci aspettiamo che la legge di conversione del decreto “Cura Italia” avvenga secondo le modifiche suggerite dalle nostre associazioni di categoria, proposte che garantirebbero un abbattimento dei costi fissi ed una minore incidenza delle imposte, principalmente IMU e TARI, sui bilanci delle imprese. Inoltre, è indispensabile che alle imprese vengano risarciti i danni, magari attraverso un credito di imposta da calcolare in base al fatturato del 2019. Questa iniezione di risorse potrebbe rappresentare una base economica da cui ripartire, a cui andrebbe aggiunta la possibilità di accendere finanziamenti a tassi ridottissimi da restituire non in 6 anni come previsto dal decreto, ma in un tempo più lungo, non inferiore a 20/25 anni. “Sulle prospettive future interviene Giuseppe Volpe, associato del Consorzio, che dichiara: “Dobbiamo già pensare a come rilanciare la nostra economia nel 2021, siccome è chiaro che le imprese turistiche non potranno essere pienamente operative prima di un anno. Piani di marketing, presenza qualificata ed innovativa alle manifestazioni ed eventi di settore, bonus e detrazioni delle vacanze trascorse in Italia, riduzione delle imposte ed armonizzazione delle aliquote fiscali con quelle dei Paesi competitor: solo attraverso azioni del genere torneremo ad essere attrattivi per i turisti italiani e stranieri”. E sarà altrettanto importante migliorare le strutture ricettive dotandole di nuovi servizi, da poter realizzare anche in deroga agli attuali strumenti urbanistici, semplificando le procedure e garantendo contributi finanziari per le opere di riqualificazione.
“Nessuno – continua Volpe – obbliga gli albergatori ad aprire o a restare chiusi, ma allo stato attuale ci sono ben chiari i rischi e la prevalenza di componenti negative: solo l’istituzione di un fondo di garanzia a copertura delle responsabilità civili e penali in caso di contagi, potrebbe farci propendere per la riapertura degli alberghi. Attraverso Confcommercio e Federalberghi, associazioni a cui tutto il Consorzio aderisce, chiediamo ai governanti interventi netti e tempestivi. L’emergenza Covid-19 non ha precedenti e, probabilmente, il Turismo è il settore economico più colpito” – conclude Cerullo – “Vanno sostenute con forza le imprese turistiche limitando i danni per la stagione 2020 e garantendo la possibilità di ripartire con forza nel 2021. Il consorzio, come sempre, farà la sua parte per sostenere l’economia cilentana.”
Gli fa eco da Acciaroli Letizia Pepe, portavoce degli associati Confcommercio del territorio, che condivide le stesse preoccupazioni: “Attendiamo misure che permettano alle imprese turistiche, quale vero motore dell’economia locale, di rimettersi in moto, garantendo la sicurezza di lavoratori e viaggiatori. È necessario che le Amministrazioni locali facciano la loro parte, così come noi imprenditori, per favorire il ritorno dei turisti, rivedendo le tariffe di parcheggi e posti barca a loro carico. Per questa stagione o per quando si potrà – aggiunge Pepe – bisogna pensare innanzitutto ad una safe & slow holiday”.
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