Caserta: Provincia in crisi, apertura regolare per le scuole superiori (Video)

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Caserta – Riapriranno con le condizioni minime di sicurezza le scuole superiori del Casertano, la cui riapertura era in forse per le mancanza di varie certificazioni, dall’antincendio a quella relativa all’adeguamento degli impianti, e per la connessa questione della crisi finanziaria della Provincia, ente in dissesto non in grado di provvedere alla manutenzione degli istituti. Per la precisione riapriranno 91 istituti su 93, resteranno chiusi solo quelli che hanno problemi strutturali non risolvibili a breve, ovvero la succursale del Liceo Classico Cirillo di Aversa e l’Istituto Tecnico Buonarroti di Caserta.

Decisivi i sopralluoghi svolti dai tecnici della Provincia in tutte gli istituti e la pioggia di fondi provenienti dalla Regione – 2,2 milioni di euro per l’impiantistica – e dallo Stato  – 70 milioni per l’edilizia; anche la Provincia ha fatto la propria parte con oltre un milione di euro che servirà per la sicurezza antincendio. L’annuncio lo ha dato il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto al termine della riunione tecnica convocata al Palazzo del Governo cui hanno preso parte l’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini, il Direttore Scolastico Regionale Luisa Franzese, il presidente della Provincia di Caserta Silvio Lavornia e il funzionario dell’Ente competente per le scuole Paolo Madonna. “E’ stata una prova di perfetta sinergia tra le istituzioni” ha commentato Ruberto.

Contestualmente alla riapertura delle scuole, il presidente della Provincia Silvio Lavornia sospenderà fino al 31 dicembre prossimo l’efficacia del decreto emesso ad inizio agosto in cui disponeva la chiusura delle superiori al 14 settembre proprio per la mancanza delle certificazioni. “E’ ovvio – dice Lavornia – che l’efficacia del provvedimento potrà essere ripristinata se alla fine dell’anno si ripresenteranno per le scuole i problemi accertati oggi”.

Entro pochi giorni quindi 90 istituti del casertano – con l’eccezione dei due che non riapriranno e di un terzo ubicato a Vairano che, unico in provincia, ha tutte le carte in regola – avranno i certificati di sicurezza antincendio e relativo agli impianti; sul fronte dell’adeguamento antisismico nessun istituto regolarizzerà invece, a breve, la propria situazione di irregolarità, dovuta al fatto che quasi tutti degli edifici che ospitano le superiori sono stati edificati oltre 30 anni fa. I 57mila studenti casertani studieranno quindi in istituti di cui viene assicurata la sicurezza anche se nessuno avrà il certificato di agibilità complessiva, mancando l’adeguamento anti-sismico. “Tale situazione – dice Ruberto – è simile alla maggioranza degli istituti scolastici italiani, tutti molto vecchi.  

Il 14 settembre resterà dunque chiusa la succursale di Aversa del Liceo Classico Cirillo, che sorge in un ex monastero parte del quale è crollato anni fa; “una struttura vecchia per la quale non ci sono – spiega Madonna – le condizioni strutturali per la riapertura”; per gli studenti saranno organizzati i doppi turni. Non riaprirà neanche l’Istituto Tecnico Buonarroti di Caserta, che è ancora sotto sequestro per gravi problemi strutturali dopo l’intervento avvenuto nel maggio scorso da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere; per gli 800 alunni della storica scuola del capoluogo verrà trovata a breve una soluzione con l’individuazione di un altro plesso. C’è però una buona notizia: “entro pochi giorni – spiega Madonna – presenteremo al Genio Civile il progetto per la messa in sicurezza dell’istituto; subito dopo partiranno i lavori e non prima della fine di gennaio gli interventi dovrebbero concludersi e finalmente il Buonarroti potrebbe riaprire”. Soddisfatto l’assessore regionale Lucia Fortini. “Pur non avendone una propria diretta responsabilità – spiega – la Regione ha comunque stanziato oltre due milioni, dandoli direttamente ai dirigenti scolastici (40mila euro a testa, ndr), affinchè provvedano all’adeguamento degli impianti.

La stella polare della nostra azione sono gli studenti” conclude. Meno soddisfatti i genitori degli studenti, riuniti nella Rete Informale dei genitori, che non sono stati ammessi al tavolo e hanno polemizzato all’esterno della Prefettura. “Come cittadini e genitori – dice il portavoce Umberto Marzuillo – chiediamo il rispetto delle nostre prerogative, sarebbe stato giusto coinvolgerci come fece a luglio il ministro Fedeli, che ci ricevette a Roma”.

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