Comune Napoli, ricorso di 450 dipendenti. Indaga anche l’Ispettorato

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Napoli – “Procedure illegittime e valutazioni arbitrarie”: in tutto quasi 450 dipendenti  del Comune di Napoli portano l’amministrazione in aula. E’ pronto e sarà depositato solo nei prossimi giorni – a causa dell’emergenza Coronavirus e per non ingolfare gli uffici – il ricorso al giudice del Lavoro di trecento impiegati comunali, tra funzionari e lavoratori in quiescenza, contro il Comune di Napoli. A cui si aggiungono circa 150 dipendenti che, per la stessa ragione, si sono rivolti anche al Tar. Gli impiegati comunali chiedono di accertare e dichiarare la nullità e l’illegittimità degli atti della procedura indetta dal Comune di Napoli per l’attribuzione della progressione economica orizzontale per personale non dirigente –  in tutto 6469 dipendenti inquadrati nelle categorie a,b,c e d – con riferimento all’anno 2018. Progressioni che in termini economici significano – per chi ha superato la procedura ed è riuscito ad entrare in graduatoria – fino a 5mila euro di arretrati e 150 euro in più al mese in busta paga, nel caso della categoria d. E fino a 2mila euro di arretrati e 40 euro in più al mese per la categoria c.

PROCEDURE ILLEGITTIME – In sostanza secondo i ricorrenti – assistiti davanti al Tribunale di Napoli dall’avvocato Marcello D’Aponte e al Tar dai legali Riccardo Marone e Giuseppe Maria Perullo – il Comune avrebbe adottato dei criteri di valutazione illegittimi.  Criteri contenuti in un regolamento adottato con l’approvazione della delibera di giunta comunale n.240 del 25 maggio del 2019. Uno di questi (articolo 5) è la valutazione della performance individuale del triennio anteriore al primo gennaio del 2018.  “Criterio che non era in concreto applicabile giacché – si legge tra le 17 pagine per chiedere al tribunale di Napoli, Giudice del Lavoro, di fissare l’udienza – nel triennio dal 2015 al 2107 il Comune di Napoli non aveva effettuato alcuna valutazione dei propri dipendenti. Si è quindi provveduto del tutto illegittimamente”. I dipendenti, come scrive l’avvocato D’Aponte, sono stati valutati anziché anno per anno dai dirigenti, concretamente preposti alle strutture in cui effettuavano attività lavorativa, solo ex post. Ed, inoltre, in molti casi da dirigenti che non hanno in alcun modo avuto alcuna cognizione di quanto effettivamente svolto dagli impiegati perché erano incardinati presso altri Uffici, o addirittura presso altri Enti. “E’ quindi evidente l’assoluta arbitrarietà delle valutazioni – continua  – compiute anche in violazione della regola enunciata nell’ambito del sistema delle performance del Comune di Napoli”. Ovvero quella secondo cui “i dipendenti sono collocati in una graduatoria di merito a seguito di un processo di valutazione in capo ai dirigenti dei servizi cui sono assegnati”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ricorso al Tar, con tanto di atti con cui l’amministrazione comunale chiarisce che non vi sono schede di valutazione del personale per l’ultimo triennio. “Appare evidente quindi l’illegittimità del regolamento oggi impugnato – scrive Maronein quanto con tale provvedimento il Comune di Napoli ha inteso valorizzare un requisito, quello della performance, impossibile da certificare”. Così di fatto le progressioni orizzontali “dipendono da un requisito che nessun dirigente può attestare e sono quindi rimesse al mero arbitro dell’amministrazione”.  

NOTA DELL’ISPETTORATO AL COMUNE DI NAPOLI – Mentre si dovrà attendere per eventuali udienze, proprio in questi giorni invece è stata inviata dall’Ispettorato per la Funzione Pubblica al responsabile dell’area Risorse Umane del Comune di Napoli una nota per chiedere “rassicurazioni” sulla vicenda, a seguito della segnalazione ricevuta da alcuni dipendenti sulle possibili irregolarità. “Nel richiamare quanto disposto dall’articolo 60 del 2001, – si legge nella nota – per il quale gli esiti delle verifiche svolte dall’Ispettorato costituiscono obbligo di valutazione per individuare responsabilità ed eventuali sanzioni disciplinari,  si resta in attesa di rassicurazioni. L’amministrazione interessata ha l’obbligo di rispondere, anche per via telematica, entro 15 giorni sulla regolarità dell’azione amministrativa relativa alla procedura in questione”. Al momento gli arretrati assegnati non sono stati ancora erogati, mentre sullo stipendio di febbraio già è arrivato il primo adeguamento stipendiale. Così in queste ore non si esclude che il Comune di Napoli, visto anche il cambio al vertice della direzione generale, possa in autotutela sospendere tutto.

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