Caivano (Na) – Oltre alle criticità ambientali il territorio potrebbe subire dalla PPG, nota multinazionale americana, operante nella produzione di materiali e prodotti chimici, anche un pesante contraccolpo occupazionale. La stessa, infatti, continua a snobbare i tavoli di trattativa sindacale per evitare il licenziamento di una trentina di lavoratori della Chemical express che ha avviato, nei mesi scorsi la procedura di licenziamento collettivo. Alla base della sofferta decisione, l’improvviso e unilaterale ridimensionamento della commessa, regolarmente acquisita attraverso una gara indetta dalla multinazionale. La Chemical Express vanta una consolidata esperienza nel trasporto di materiali chimici e con la PPG ha sviluppato uno stabile e proficuo rapporto di collaborazione basato su standard di qualità elevatissimi. Negli ultimi mesi del 2019, a ridosso della scadenza del contratto, la multinazionale americana ha iniziato ad affidare ad altri operatori il servizio di trasporto, fino ad azzerare il volume d’affari della Chemical. Una sorta che ha accomunato sia lo stabilimento di Caivano che quelli di Quattordio (Al), e di Valencia, in Spagna. Per l’azienda non c’è stata altra scelta da fare che avviare le procedure di licenziamento, considerato che i lavoratori assunti, molti del territorio, erano destinati essenzialmente per la commessa della PPG. “Non assisteremo, come spettatori passivi, al licenziamento di 30 lavoratori – afferma Vittorio D’Albero della sigla sindacale Fiadel – attiveremo ogni azione utile per scongiurare un disastro di queste proporzioni. Siamo pronti ad organizzare manifestazioni e a sensibilizzare l’opinione pubblica. Intanto – aggiunge D’Albero – siamo completamente delusi del comportamento di una multinazionale come la PPG che non si presenta ai tavoli di concertazione. Alla Chemical sono state sottratte, nonostante un regolare contratto e il rispetto di parametri molto rigidi, numerose tratte. Tutto questo a pochi mesi dalla scadenza del contratto da rinnovare con la partecipazione ad una nuova gara. Ci chiediamo – conclude D’Albero – se in assenza, come in questo momento, di un protocollo di affidamento, non si ponga anche una questione di sicurezza”
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