Inzaghi gongola, il suo Benevento segna anche dalla panchina

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Benevento – Dodicesimo risultato utile consecutivo, quarta vittoria di fila in trasferta, cinquanta punti conquistati in 21 partite. E’ l’estrema sintesi di quanto sta producendo il Benevento di Filippo Inzaghi, in volo verso l’obiettivo sognato a inizio stagione. Il tecnico piacentino si sta togliendo una soddisfazione dopo l’altra, al di là dei record di cui si parla tanto.

Il campionato sta dicendo che a ogni sua decisione corrisponde un risvolto positivo, e la gara del Tombolato non ha fatto certo eccezione. Basta dare uno sguardo alle azioni decisive per rendersene conto: il primo gol, realizzato dal subentrato Moncini, vede la partecipazione di Insigne, che dal novembre scorso era partito nell’undici iniziale solo due volte, contro Crotone e Chievo. Il gol decisivo, invece, ha visto protagonista nuovamente il sinistro di Kragl, entrato a gara in corso proprio per sfruttare  situazioni delle quali è un esperto riconosciuto e riconoscibile. Ci ha poi pensato Maggio, capitano insaziabile, a finire nel tabellino per la terza volta in stagione, la seconda contro il Cittadella, a cui aveva segnato anche nella gara di andata.

Allargando il campo dei ragionamenti, sono ben 10 i gol propiziati da giocatori entrati a partita in corso, il 27% del totale, quota più alta dell’intera serie B. Questo vuol dire essenzialmente due cose: la prima è che in pochi possono vantare una panchina come quella della Strega, la seconda è che Inzaghi ha saputo sempre – o quasi – pescare l’uomo giusto al momento giusto. E i numeri, chiaramente, non tengono conto dei cambi difensivi orientati a mettere in ghiaccio partite rese ostiche dal potenziale forcing finale degli avversari in svantaggio.

E’ un quadro che restituisce l’idea di un Benevento diplomatico e risolutore, che sbriga pratiche con apparente semplicità, facendo leva su esperienza e qualità dei singoli inserite in un contesto orientato al concetto di solidità. Un metodo vincente, figlio di una mentalità sviluppata proprio grazie alla semifinale play off persa contro il Cittadella lo scorso maggio. Il più grande insegnamento di una delusione tanto atroce.

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