Napoli – L’enfant prodige della camorra napoletana decide a sorpresa di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari. Ciro Contini, alias “‘o nirone“, nipote del capoclan Edoardo “‘o romano“, respinge con fermezza le accuse della Procura bolognese: “Non sono io il regista della faida di Rimini”, ha sostenuto ieri pomeriggio nel corso dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto nel carcere di Prato.
Il giovane ras, 31 anni da compiere il prossimo dicembre, è finito in manette pochi giorni fa nell’ambito dell’inchiesta della Dda che ha consentito di svelare i nuovi affari dell’Alleanza di Secondigliano in Emilia Romagna. Quella che ne è scaturita è stata una raffica di accuse pesanti come macigni: associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata e lesioni. Ciro Contini, in particolare, è stato individuato dagli inquirenti bolognesi come il capo e promotore della nuova ramificazione della storica cosca napoletana.
Ascoltato in sede di interrogatorio di garanzia, il rampollo del “sistema” di Capodichino ha però deciso di rispondere alle domande del gip respingendo ogni addebito. Il 30enne ras, in particolare, ha sostenuto di non aver mai ricevuto alcun telefono cellulare durante la sua detenzione – si trova in carcere per un’altra vicenda dal novembre 2018 – e soprattutto di non aver mai preso parte al pestaggio degli affiliati del rivale gruppo Romaniello. Preso atto delle sue dichiarazioni, il giudice per le indagini preliminari ne ha per il momento confermato l’arresto. La partita giudiziaria di Ciro Contini andrà quindi eventualmente a riaprirsi in sede di Riesame.
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