Raffica di furti “agricoli” e pestaggi, così è stata presa la banda di Pianura (I NOMI)

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Napoli – I mezzi agricoli di ogni tipo erano il loro pallino fisso. Trattori, motoseghe, motozappe, di tutto e di più. Pur di entrarne in possesso avrebbero messo a segno qualcosa come diciotto colpi in tutta l’area flegrea, entrando in azione soprattutto nei comuni di Pozzuoli e Quarto. E quando il proprietario del bene finito nel mirino della gang li coglieva con le mani nel sacco il furto si trasformava in un brutale pestaggio pur di riuscire a guadagnarsi la fuga.

È questo il retroscena che emerge dalle quasi settanta pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ieri mattina ha portato alla cattura della banda di specialisti originari di Pianura e Quarto, ma con base operativa in località Licola. La brillante operazione ha infatti portato all’arresto di Antonio D’Ambrosio, 51 anni; Biagio D’Ambrosio, 32 anni; Pietro Di Pierno, 50 anni; Luigi Di Costanzo, 29 anni; e Luigi Perrone, 52 anni. Indagati ma non destinatari di misura restrittiva sono invece Francesco Ciotola, 46 anni; e Giovanni Ricciardi, 28 anni. Tutti devono a vario titolo rispondere di associazione per delinquere, furto, rapina e lesioni.

Stando a quanto emerso dall’indagine e grazie soprattutto a una raffica di intercettazioni telefoniche, la banda avrebbe eseguito ben diciotto raid. Quantomeno singolare il “target” della gang: gli investigatori hanno infatti appurato che i sette ladri puntavano puntualmente a impossessarsi di costosi mezzi agricoli, in alcune circostanze persino di trattori. Al vertice dell’organizzazione sarebbe stato Luigi Perrone, l’uomo che il gip firmatario dell’ordinanza definisce come “vero e proprio promotore dell’associazione e coordinatore dei movimenti dei sodali”. Sarebbe stato lui, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, a “individuare gli obiettivi, progettare i colpi, dirigere gli altri componenti del sodalizio”. Il suo braccio destro sarebbe stato invece Antonio D’Ambrosio. Mentre Pietro Di Pierno, Biagio D’Ambrosio, Luigi Di Costanzo, Giovanni Ricciardi e Francsco Ciotolo avrebbero svolto il ruolo di esecutori materiali dei furti.

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