Caserta – Mentre una promessa deliberata dal Comune di Caserta il 24 marzo scorso attende ancora di essere rispettata, le condizioni lavorative e sociali della comunità senegalese a Caserta si fa sempre più critica.
Dopo lo sgombero del mercatino da Piazza Pitesti, disposto dall’Amministrazione Comunale dopo l’aggressione all’inviato di Striscia la notizia Luca Abete, le attese si riversarono sull’impegno assunto dal sindaco Carlo Marino di predisporre un’apposita area dove il mercatino etnico potesse continuare ad esistere ma nel rispetto delle regole.
“Con delibera di Giunta è stato istituito il “Mercatino Etnico”, da svolgersi nei fine settimana in via Gallicola e in via Leonardo da Vinci – annunciava il Comune di Caserta il 24 marzo scorso – Partirà ad aprile e proseguirà fino al mese di dicembre, svolgendosi nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle ore 17 alle ore 22”.
Di fatto nulla di quanto annunciato è avvenuto tanto che ad oggi, nonostante la comunità senegalese abbia accettato ogni condizione posta dal Comune e abbia fornito la documentazione necessaria all’avvio delle attività commerciali regolari, del mercatino etnico non se ne vede l’ombra.
Chiari i paletti deliberati dalla Giunta Marino:
- rispetto nel pagamento del canone inerente l’occupazione di suolo pubblico;
- installazione di due bagni chimici a carico della comunità senegalese;
- vendita esclusiva di merce autentica;
- accesso solo ai commercianti ambulanti in possesso dell’autorizzazione alla vendita.
- spesa per la realizzazione del Mercatino Etnico a totale carico della comunità senegalese, con l’esonero del Comune da ogni responsabilità afferente gli adempimenti fiscali e tributari.
Tutte condizioni accettate dalla comunità senegalese, con tanto di esibizione di licenze e documenti personali di regolarità, a fronte di un gioco al rialzo di ulteriori documenti richiesti che il Comune comunica di volta in volta agli interessati tra indicazioni fumose e perdite di tempo.
“Che ci dicano una volta per tutte quello che serve per accedere al mercatino – commenta Mamadou Sy, presidente della comunità senegalese di Caserta – e soprattutto ci dicano quando questo Luogo Promesso vedrà la luce. Nel rispetto della legge, la nostra comunità ha urgenza di lavorare per sopravvivere, come tutti”.
Nonostante la piena disponibilità e attenzione dell’assessore all’immigrazione Rita Martone, i tempi si dilatano, e le situazioni precipitano. Come è avvenuto qualche settimana fa tra Caserta città e Casertavecchia dove a 8 venditori senegalesi fu sequestrata la merce non contraffatta per il sol fatto di occupare suolo pubblico inibito alla vendita. Pena una multa di 100 euro per occupazione abusiva di suolo pubblico e 1000 euro per il dissequestro della merce non contraffatta.
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