Sarno (Sa) – “La mano dolosa è certa ed è la mano di un imbecille ed ignorante”. Usa parole forti il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, dopo la notte di devastazione e fuoco che ha mandato in fumo ettari di bosco sul monte Saretto e messo a rischio l’incolumità di una parte della popolazione, le cui abitazioni sono state lambite dalle fiamme. Appena il vento si è calmato, le squadre dei vigili del fuoco e della protezione civile, che ha inviato anche mezzi aerei, sono riuscite a domare l’enorme fronte di fuoco. Canfora fa la prima conta dei danni : “un bosco che necessità di 40 anni per crescere, distrutto in tre ore”.
Ma il primo cittadino è preoccupato per gli effetti collaterali. La mente è all’alluvione del maggio 1998. La collina del Saretto ha rappresentato per il centro della città una sorta di protezione anche dal fango di allora. Ma chi ha agito, certamente in modo doloso- aggiunge il sindaco -è ignorante: “Questa è una zona altamente vincolata perché compresa nel parco del Sarno e nello stesso tempo ancora limitata dalla zona rossa post-alluvione: chi ha pensato di distruggerla è un imbecille!”
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