Napoli – La ferita era ormai insanabile da tempo ed ecco che il lungo addio approda all’ultima tappa, quella conclusiva. Nino D’Angelo lascia la direzione artistica del Teatro Trianon-Viviani e affida a un lungo sfogo pubblicato sui social le ragioni della propria decisione: «Ciao Forcella, cuore di Napoli. Questo non è un addio, non è una fine, piuttosto è una partenza verso nuove tappe della mia vita e della mia carriera artistica, con obbiettivi che per me ora sono possibili anche grazie al Tetaro Trianon. Un ciclo si è compiuto: è giusto così», si legge nell’incipit della missiva.
L’artista napoletano entra quindi nel merito delle proprie dimissioni e dei risultati raggiunti in questi anni: «Me ne vado lasciando un teatro che funziona, ristrutturato in gran parte, risanato nei conti. Un teatro che ha cercato di dialogare con le anime più diverse della scena culturale non solo napoletana, con quella popolare ma anche con quella d’autore. Un teatro di produzione e di accoglienza per i generi più diversi, che ha raggiunto l’obbiettivo di un’ offerta ampia e varia, a portata di tutti. Un teatro che si è sforzato di ascoltare anche la grande richiesta di formazione e di visibilità che i tanti talenti della città esprimono e meritano. Tutto questo è stato possibile grazie al contributo di una squadra, dai lavoratori fino a tutto il Cda, che ha saputo superare anche i momenti più difficili. A loro e a tutti gli artisti che hanno dato il loro fondamentale apporto, va il mio ringraziamento sincero. Sono sicuro che da qui in avanti per il nuovo direttore, chiunque sarà, sarà tutto più semplice, grazie al lavoro fatto fin qui. Si può e si deve fare di più e meglio, con l’impegno e la collaborazione di tutte le parti, e così, sono sicuro il teatro Trianon potrà raggiungere nuovi e importanti traguardi. E allora ciao e grazie popolo di Forcella».
D’Angelo rivolge infine un saluto e un pensiero ai propri concittadini e fan: «Grazie per avermi accolto e sostenuto, per aver sostenuto il nostro teatro: il teatro del popolo. Grazie per averlo riempito e soprattutto per aver riempito a volte il vuoto delle istituzioni che pure hanno voluto salvarlo e restituirlo alla città, ma altre volte sono state forse troppo affannate a rincorrere le emergenze e le priorità. Non sempre un teatro è emergenza e priorità: ma una comunità sì, lo è sempre. Voi siete stati e sarete sempre la mia comunità. Continuate a voler bene al Teatro del popolo, a fare scudo con la vostra vicinanza all’arroganza, al malaffare, alla criminalità, alla distrazione dei potenti, al razzismo e alle discriminazioni di ogni tipo. Continuate a fare in modo che il teatro Trianon sia sempre il teatro del popolo, non permettete che diventi un garage come ha rischiato di diventare, o un supermercato, o un’altra pizzeria, non ce n’è bisogno. Fate in modo che resti una luce accesa per Forcella; una luce che illumina l’oscurità».
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