De Lucia sul decreto sicurezza: “Le pene si inaspriscono, mai più zerbino d’Europa”

La senatrice ha parlato anche delle assunzioni Mibac, della querelle Teatro Romano e di Città Spettacolo

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L’approvazione del decreto sicurezza-bis avvenuto ieri pomeriggio al Senato ha suscitato diverse reazioni di sdegno anche nella città di Benevento dove sono piovute critiche all’indirizzo delle due senatrici del Movimento Cinque Stelle, Sabrina Ricciardi e Danila De Lucia. A quest’ultima abbiamo chiesto un commento sulla legge in questione già ribattezzata “disumana”. 

– Decreto sicurezza Bis. Diverse critiche sono giunte al Movimento 5 Stelle per aver votato la fiducia al decreto da molti definiti “disumano”. Crede che meritasse l’approvazione? Non lo considera restrittivo e in alcuni passaggi addirittura Anticostituzionale?

“Lo abbiamo sviscerato parola per parola. Di contro, credo che molti non lo abbiano neanche letto. Certo, si inaspriscono le pene, ma continuare ad essere lo zerbino d’Europa non è più tollerabile. Intanto, aspettiamo di vedere quali posizioni riterrà di dover assumere, se ne assumerà, il presidente Mattarella”.

– Un commento sul bando che dal 9 agosto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale che riguarda l’assunzione di 1052 vigilanti nel comparto cultura

“Il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, sin dall’inizio del suo mandato ha sostenuto che era inutile avere tanti musei se il personale per renderli fruibili non c’era. Assume quindi un grande valore questo concorso, che è alla base della revisione di gestione del sistema-cultura in Italia”.

Essendo la senatrice De Lucia componente della commissione cultura ne abbiamo approfittato per chiederle della querelle opera lirica al teatro Romano, su Città Spettacolo e sulle nuove assunzioni previste dal bando Mibac la cui uscita è prevista in gazzetta ufficiale per il 9 agosto. 

-Teatro Romano. Il suo parere sul ritorno della lirica e un commento sulle critiche sollevate dall’Orchestra Filarmonica di Benevento che dopo aver lavorato gratis per la Direzione, non è stato coinvolta in un evento finanziato dalla Regione.

“Non mi sorprende. A Benevento siamo abituati a dover lavorare ‘stringendo la cinghia’ quando si opera da privati ed essere dimenticati quando ci sono i fondi. Peccato, si è persa l’ennesima occasione per rendere merito a un gruppo di giovani ardimentosi che ha scelto non solo di percorrere la difficile via dell’arte, ma di farlo rimanendo qui… e poi ci si lamenta dello spopolamento e di come i ragazzi, sempre più, vadano via”.

– Un passaggio sulla prossima Città Spettacolo. Dal suo punto di vista, come componente della Commissione Cultura, come considera il cartellone di quest’anno?

“Quale Città Spettacolo? L’ultima c’è stata 10 anni fa! Intanto, ribadisco il mio appello, mutuato da Michelangelo Fetto, ad intitolare il Teatro Comunale, a Ugo Gregoretti. Non basterà un’oretta in una serata qualsiasi di fine agosto per omaggiare adeguatamente l’artista ma soprattutto la grande persona che è stata”.

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