Racket alla Maddalena, azzerata la “paranza” del clan Mazzarella: 9 arresti

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Napoli – Racket sugli ambulanti del mercato della Maddalena, dopo l’uscita di scena del gruppo Giuliano-Sibillo, il clan Mazzarella si era riorganizzato a tempo record. Lo storica cosca di Napoli Centro aveva deciso di riconquistare il pieno controllo degli affari criminali. Un’azione spietata e implacabile, portata avanti nel giro di pochi mesi a suon di minacce, pestaggi e, soprattutto, imponendo una raffica di estorsioni a tappeto in tutta l’area della Maddalena. Nel mirino degli aguzzini della cosca erano finiti da maggio del 2018 e fino a pochi giorni fa i mercatali dello storico mercato a due passi di Forcella. Per non avere “problemi” le vittime venivano costrette a versare una tangente che oscillava tra i 100 e i 200 euro a settimana. Un esborso al quale andava poi a sommarsi l’“extra” in concomitanza delle festività natalizie e pasquali. Un vortice di paura e violenza al quale, dopo le denunce di alcuni commercianti, le forze dell’ordine hanno posto fine. In manette, raggiunte da un decreto di fermo e in seguito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono infatti finite nove persone.
Gli uomini dello Stato – l’indagine è stata svolta dalla Squadra mobile e dal commissariato Vicaria-Mercato – hanno dunque tratto in arresto Ciro Garofalo, 46 anni; Gaetano Gemei, 33 anni; Marco Micillo, 40 anni; Rosaria Liguori, 48 anni; Lorenzo Rapicano Aiello, 58 anni; Gaetano Della Porta, 68 anni; Pasquale Salvia, 36 anni; Antonio D’Andrea, 46 anni; e Vincenzo Lucci, 58 anni. A carico dei nove indagati, tutti vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, la pubblica accusa ha formulato undici capi di imputazione: estorsione aggravata dal metodo mafioso è l’ipotesi di reato di cui devono a vario titolo rispondere. Sfogliando il provvedimento emesso dal gip, si scopre infatti che il nuovo gruppo di “mala” si sarebbe imposto nella zona della Maddalena «facendo valere l’appartenenza ai Ferraiuolo e al clan Mazzarella». Nella morsa degli estorsori era prima finito un ambulante di origini africane costretto a versare una tangente da 100 euro a settimana. Il malcapitato, che in almeno un’occasione era stato anche picchiato, venne inoltre co- stretto ad acquistare da loro «merce di scarso valore o buste di plastica per sostenere “i carcerati”». A un commerciante napoletano, anch’egli operate alla Maddalena, era stata invece imposta una tangente da 100 euro settimanali, poi schizzata a 140 euro. Il co- pione si sarebbe poi ripetuto anche con un’altra famiglia di ambulanti dal giro d’affari più voluminoso e, proprio per questo motivo, costretta a versare prima 200 euro a settimana e in seguito ben 400. Al vertice dell’organizzazione, stando alla ricostruzione degli inquirenti, sarebbero stati Garofalo, D’Andrea, Micillo e Gemei. 
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