Caserta – Il no alla realizzazione del biodigestore a Caserta è arrivato oggi in Senato. L’interrogazione è stata presentata con la prima firma della senatrice Vilma Moronese, portavoce in commissione ambiente al Senato della Repubblica per il MoVimento 5 Stelle, che si oppone alla volontà del Comune di Caserta di voler procedere alla costruzione di un Biodigestore in località Gradilli.
Come si legge nella nota diramata alla stampa, l’interrogazione è stata indirizzata al Ministro dell’Ambiente Galletti, e chiede : “il rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici presenti sulla zona, e la condivisione delle scelte in materia ambientale con i cittadini ed i comuni vicini, che subirebbero gli importanti impatti che porterebbe con se l’attività del Biodigestore. Infine viene evidenziata il ruolo dell’ing. Maria Laura Mastellone, già assessore all’ambiente sia al Comune di Caserta che alla Provincia, la quale già nel 2011 si faceva promotrice della realizzazione di un Biodigestore. Biodigestore che la stessa Mastellone, all’epoca assessore all’ambiente della Provincia di Caserta propose di realizzare all’interno dello STIR del Comune di Santa Maria Capua Vetere, progetto respinto però dall’amministrazione di allora, ma anche da quella di adesso dal primo cittadino Antonio Mirra, che ha già rifiutato la proposta della Regione Campania guidata da Vincenzo De Luca(PD) sempre per la realizzazione di un Biodigestore all’interno dello STIR”.
La nota, che allega il link d’accesso al testo integrale dell’interrogazione (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1040199), aggiunge: “Oggi sempre l’ing. Maria Laura Mastellone rappresenta in qualità di presidente del consiglio di amministrazione la Athena Srl, azienda alla quale il sindaco Carlo Marino(PD) ha assegnato l’incarico di redigere lo studio di fattibilità per la realizzazione del Biodigestore, impianto che il MoVimento 5 Stelle invece contrasta in quanto ritenuto troppo impattante per l’ambiente, al quale propone come alternativa, per il trattamento della frazione umida del rifiuto, il compostaggio di quartiere ed eventualmente un impianto di compostaggio aerobico senza emissioni ne produzione di biogas, ma sempre attraverso un percorso da condividere con la cittadinanza seguendo i dettami di legge e della Convenzione di Aarhus”.
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