Otto marzo, ma per le donne del Sud c’è poco da ‘festeggiare’

Tired business woman at workplace in office, holding her head in hands. Overworking, making mistake, stress, depression concept
ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it
Tempo di lettura: 2 minuti

In occasione della Giornata internazionale della donna è giusto ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state, e sono ancora, oggetto in quasi tutte le parti del mondo; ma attualmente com’è la situazione femminile nell’Italia meridionale? 

Per la ricorrenza, la SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) ha designato un vero e proprio identikit della donna meridionale, in cui si evidenzia una situazione a dir poco sconcertante. “Le giovani donne meridionali subiscono una triplice ingiustizia a causa della disuguaglianza sociale, sotto forma di divario territoriale, generazionale e di genere” e infatti il tasso di occupazione femminile nel Mezzogiorno è tra i più bassi in Europa con un divario sopra i 30 punti percentuali nel 2017. Solo una donna su tre lavora al Sud (in totale 2 milioni 283mila su 9 milioni 760mila in tutt’Italia). In particolare, la Campania ha un tasso di occupazione femminile (tra i 15 e i 64 anni) di 29,4% nella graduatoria europea stilata nel 2017; trovandosi penultima in classifica, prima della Sicilia ma preceduta da tutte le altre Regioni del Sud.

Ma anche il tasso di occupazione per le donne in possesso di laurea è ancora molto sconcertante: appena il 63,7%, contro una media dell’81,3% in Europa e del 79,8% del Centro- Nord. E, come se non bastasse, le donne laureate che lavorano al Sud guadagnano meno: reddito medio mensile netto di 300 euro inferiore a quello di un uomo (1000 euro contro 1300). 

Questa incertezza economica si ripercuote anche sui tassi di fertilità, ridotti sensibilmente negli ultimi anni: 1,29 figli per donna al Sud rispetto a 1,34 nelle regioni centrali e settentrionali. Un altro motivo sono i  servizi per l’infanzia offerti dalla pubblica amministrazione a dir poco ridicoli: solo in Campania la percentuale di bambini minori di tre anni che ha usufruito di servizi per l’infanzia è  del 3%, rispetto al 20% del Centro-Nord. 

Nonostante il quadro sia alquanto demoralizzante, un augurio va a tutte quelle donne che lottano per una condizione migliore per se stesse e i propri figli.

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it