Napoli – Dopo 75 anni di ininterrotta attività formativa si spengono i riflettori sullo storico istituto paritario Denza di Posillipo. Il triste epilogo era già nell’aria da alcune settimane ma da ieri la notizia è diventata ufficiale. Schiacciati dai debiti e dal calo di iscrizioni, ormai scese a quota duecento, i padri barnabiti, titolari della struttura, hanno deciso di passare la mano. La prima “tagliola” arriverà già a giugno con la chiusura della scuola dell’infanzia e delle elementari.
Questa sarà però soltanto la prima parte del processo di dismissione. Entro il 2021, infatti, sarà chiuso definitivamente anche il liceo: fino a quella data non verranno accettate nuove iscrizioni ma saranno accompagnate all’esame di maturità soltanto le classi già avviate. Cala così il sipario su uno degli istituti protagonisti della formazione delle ultime generazioni della classe dirigente napoletana. Un epilogo tristissimo, per il quale si è rivelata determinante anche la recente sentenza con cui la Corte di Cassazione ha condannato il Denza a versare oltre 1 milione di euro per il canone Imu mai versato. Non solo, l’istituto di Posillipo si è ritrovato, suo malgrado, anche a dover fare i conti con il drammatico calo degli iscritti registrato negli ultimi decenni: se fino agli anni Ottanta la scuola contava infatti ancora oltre 800 studenti, negli ultimi tempi il numero si è ridotto fino ai duecento attuali. Cifre impietose, che hanno determinato la fine del Denza. Una decisione del resto già in parte anticipata dalla chiusura, avvenuta due anni fa, dell’istituto Bianchi di Montesanto, anch’esso collegato alla gestione dei padri barnabiti.
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