Benevento – Celebrata questa mattina l’udienza dedicata alle discussioni del PM Assunta Tillo e del legale di parte civile del Comune di Benevento, Valeria Crudo, sul processo “Mani sulla Città” che, ricordiamo, nasce dall’inchiesta del sostituto procuratore Antonio Clemente e della digos su appalti e forniture di beni e servizi di Palazzo Mosti che ha coinvolto diversi funzionari, dirigenti ed ex amministratori dell’Ente e che causò nel 2013 un vero e proprio terremoto politico in città.
In tre ore di discussione il PM Tillo ha illustrato al Collegio le condotte contestate a più di 40 imputati tra persone fisiche ed imprese (molti dei quali già interessati dalla prescrizione per alcuni capi d’imputazione) rispetto ai reati di corruzione e concussione anche finalizzata ad avere consensi elettorali, truffa, falso, abuso d’ufficio e peculato. “Un patto tra imprese e amministratori fatto di concussioni e corruzioni che attraverso il pagamento del 10% in più sugli appalti permetteva alle aziende di lavorare in un sistema a cui nessuno si poteva sottrarre altrimenti non avrebbero più lavorato per il Comune”. Questo uno dei passaggi fondamentali della lunga discussione del Pm di quasi tre ore che ha anticipato le richieste di condanna, assoluzione e avvenuta prescrizione.
Nel dettaglio, per la posizione di Luigi Boccalone, all’epoca dei fatti presidente del Consiglio comunale di Benevento, l’accusa ha chiesto una condanna a 8 anni per i reati di corruzione e concussione. Le altre richieste di condanna più significative riguardano l’ex assessore Aldo Damiano, 12 anni per corruzione, concussione, abuso d’ufficio, truffa e corruzione elettorale per la vicenda legata a presunti voti di scambio in cambio di affidamento di servizi con la Cooperativa San Valentino. Per la stessa vicenda il PM ha chiesto una condanna a 5 anni per l’ex Sindaco di Benevento, Fausto Pepe, per Mario Ferraro e Cosimo Nardone rispettivamente presidente e vice presidente della cooperativa sociale. Mentre per Claudio Mosè Principe ex assessore ai Lavori pubblici, chiesti 7 anni per concussione e corruzione.
E ancora, richiesti 8 anni per concussione, corruzione e violazioni tributarie per l’imprenditore Mario Siciliano; 4 anni per corruzione agli imprenditori: Antonio Cavaliere, Luigi Tedesco e Pietro Ciardiello e per Giovanni Racioppi, responsabile al settore lavori pubblici del Comune di Benevento.
Dunque, tornando alle richieste di condanna per funzionari e dipendenti comunali, il Pm Assunta Tillo ha chiesto: 7 anni e 6 mesi per Roberto La Peccerella per concussione, abuso d’ufficio, truffa e falso; 4 anni e 6 mesi per Andrea Lanzalone, falso, abuso d’ufficio e truffa, 3 anni e 6 mesi per Lorena Lombardi, abuso d’ufficio e falso; 3 anni per Giovanni Fantasia per falso e 1 anno e 6 mesi Andrea Scocca per truffa.
Fin qui le richieste di condanna. Diverse infatti le avvenute prescrizioni: Giovanna Bianchini, Antonio Chiantese, Achille Timossi, Mario De Lorenzo, Antonio Cusano, Giovanni Cusano, Giovanni Pallotta, Giuseppe Pellegrino, Salvatore Maggio, Angelo De Maria, Fernando Capone, Silvano Capossela, Vincenzo Reppucci, Raffaella Reppucci, Annamaria Sparandeo, Giancarlo Sperduti e Ludovico Papa; e le proposte di assoluzione partendo proprio dalle dodici società, a causa di “inconsistenti elementi probatori e alla pochezza dell’istruttoria dibattimentale”. (Artistica Srl, Consorzio Archè, Costruendo Srl, Ge.si.co, Sa,ma costruzioni, Impresa individuale “Salvatore Maggio”, Ing. Pietro Ciardiello Srl, Siciliano Mario Impresa edile, Siciliano Giuseppe Costruzioni srl, Costruzione e restauri Capossela srl, Progettare e Kostruire srl e P.D.G. di Pallotta Giovanni e C.Sas.)
Assoluzione chiesta anche per: Fausto Pepe e Andrea Lanzalone in relazione al presunto reato di peculato, Vincenzo Rosiello e Renato Lisi per corruzione e per Maurizio Lando, Angelo Diana, Cipriano Di Puorto, Annamaria Villanacci e Giuseppe Somma.
Prossima udienza programmata per il 28 marzo, data in cui discuteranno i legali degli imputati. Sentenza prevista il 18 aprile.
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