Morte Antonio, Sferruzzi: “Non l’ho ucciso, volevo soccorrerlo”

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Benevento – E’ durato poco più di un’ora l’interrogatorio di garanzia di Umberto Sferruzzi  27 enne di Benevento, da giovedì in carcere come indiziato dell’omicidio, aggravato dai futili motivi, di Antonio Parrella, 32enne del capoluogo, morto all’ospedale Rummo.

Assistito dall’avvocato Antonio Leone, l’ accusato si è dichiarato completamente estraneo alla condotta lesiva contestatagli. Lo Sferruzzi ha dichiarato di essersi precipitato a soccorrere il Parrella, caduto dalle scale durante una lite scoppiata dopo un diverbio con il cantante che era presente alla festa, ma sarebbe rovinato anch’egli a terra mentre tentava di aiutarlo. In quel momento si sarebbe ferito e, accompagnato in ospedale, non sarebbe poi tornato sul luogo del delitto.

In attesa dell’autopsia sul corpo del Parrella, che si terrà lunedì 31, gli inquirenti proseguono le indagini per cercare di ricostruire esattamente i minuti e le ore precedenti la morte di Antonio e quindi individuare eventuali altri responsabili. Ciò anche attraverso le immagini registrate dalle videocamere del ristorante, ritenute però, dalla difesa, poco nitide. 

Dall’esame autoptico sicuramente potranno emergere elementi in grado di definire nel dettaglio se si è trattato di un incidente al culmine di una lite o invece di un vero e proprio pestaggio che avrebbe ridotto Antonio in fin di vita.

Nel frattempo la famiglia di Antonio, assistita dall’Avvocato Angelo Leone, continua a chiedere giustizia e che si faccia chiarezza su quanto accaduto quella sera.

 

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