Salerno – Smaltimento in discariche abusive dei materiali di scavo di Piazza della libertà e per l’interramento, nel cantiere della piazza, di detriti provenienti dalla demolizione del pastificio Amato: il procedimento giudiziario si conclude con 4 condanne e 15 non luogo a procedere. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice Fabio Zunica del Tribunale di Salerno. Sono stati condannati a due mesi di reclusione, pena sospesa, e al risarcimento della costituita parte civile (Comune di Salerno) dei danni: Armando Esposito di Nocera Inferiore (Esa costruzioni), Enrico Esposito di Nocera Inferiore (Esa costruzioni), Nicola Giuseppe Grimaldi di Roccapiemonte (responsabile di cantiere) e Salvatore Costantino di Pellezzano (operaio e autista Euro Beton). E’ stato decretato il non luogo a procedere per Gilberto Belcore di Nocera Inferiore (Esa costruzioni), Paolo Baia di Genova (direttore lavori a piazza della Libertà), Mario Califano di Sarno (omonima ditta di movimento terra), Giulio Celentano di Sarno (snc “Fratelli Celentano”), Sergio Delle Femine di Salerno (direttore lavori nel cantiere del pastificio Amato), Armando Esposito di Nocera Inferiore (Esa costruzioni), Enrico Esposito di Nocera Inferiore (Esa costruzioni), Antonella Iannone di Salerno (Meca srl, gestore di una cava a Pellezzano), Pietro Marchesano di Pontecagnano (Alpi srl, gestore di una cava a Montecorvino Pugliano), Franco Marrazzo di Angri (Gepa costruzioni), Alberto Picentino di Pontecagnano (Alpi srl), Bruno Picentino di Pontecagnano (Sarno costruzioni) Antonio Ragusa di Salerno (tecnico comunale), Candida Sansone di Pontecagnano (Sarno costruzioni).
I pubblico ministero, Guglielmo Valenti e Mariacarmela Polito al termine della requisitoria avevano chiesto 9 condanne per complessivi 13 anni di carcere.
Secondo le accuse, formulate dalla Procura salernitana, sotto la pavimentazione di piazza della Libertà ci sarebbero circa tremila metri quadri di rifiuti speciali non pericolosi, cioè materiali di risulta provenienti dalla demolizione dell’ex pastificio Amato e usati come materiale di riempimento nel cantiere di Santa Teresa. Inoltre pietre e rocce del cantiere della piazza, per i quali il Comune pagava i costi di smaltimento, sarebbero finite in discariche illegali. In questo procedimento il Comune di Salerno si è costituito parte civile.
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