San Giorgio, Boniello e Genito: “Subito un danno e disparità di trattamento”

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San Giorgio del Sannio (Bn) – E’ bastato guardare le foto postate da Ciro Mauro in quel di San Nicola Manfredi per capire che la questione campo di gioco a San Giorgio del Sannio è tutt’altro che risolta. Sta diventando un problema atavico ormai ed è il sintomo del fatto che, evidentemente, qualcosa non va.

Dobbiamo far fronte – inizia Gianluca Boniello, presidente della squadra sangiorgese – a una gestione che è legge perché si parla di comuni sui quali non si può gravare per la gestione delle strutture sportive. Nulla da dire contro l’amministrazione, la massimo dobbiamo appellarci sulla corretta gestione che dovrebbe garantire pari opportunità ma devo dire che alle condizioni poste, di pari opportunità ce ne sono poche. Sono state poste delle condizioni troppo onerose per i tempi che viviamo e per la struttura in se per se. Nessuna critica nei confronti di chi gestisce il campo, ho solo chiesto una maggiore attenzione rispetto ai logici rapporti tra privati. Non si può chiedere una somma onerosa per una struttura che versa in una condizione critica. Quello che posso chiedere al Comune è trovare un equilibrio tra le parti perché fino a ora c’è sempre stata una società che ha versato e una che ha incassato. Mi piacerebbe che fosse pubblica la spesa per la manutenzione di una struttura che è così com’era. Insomma opera di correzione non ne ho viste ma resto speranzoso e positivo perché in fondo spero che vengano colti tutti i segnali lanciati”.

Si lavora a San Nicola Manfredi, come lo scorso anno a Montefusco e c’è solo da ringraziare chi ha messo a disposizione la propria struttura.

Mi dispiace che ogni anno i giovani di San Giorgio debbano affrontare la preparazione fuori dal paese. Una decisione presa perché non abbiamo un campo a causa di trattative che ho dovuto fare di anno in anno. E sia chiaro non è una questione di soldi perché abbiamo sempre pagato. Il problema reale è che queste utenze dovrebbero essere capite e gestite”.

Al di là di ogni discussione, le parti in causa continuano a dialogare perché una soluzione deve essere trovata per una realtà che è stata avvolta dall’affetto dei compaesani, e non solo.

Abbiamo un dialogo con i gestori del campo. Ho apprezzato che l’amministrazione in parte ha capito l’importanza di avere una squadra di calcio e le ultime gare della scorsa stagione hanno fatto brillare gli occhi a tutti. Ovviamente vorrei un po’ di rispetto e comprensione per i sacrifici che si fanno, vorrei un po’ di sostegno da chi, invece, ci mette il bastone tra le ruote. Noi non facciamo solo sport ma stiamo facendo del sociale e togliere anche un aspetto del genere a questo paese significherebbe togliere ogni tipo di indotto. Mi dispiace che devo ripetere sempre che nessuno è profeta in patria. Spero che per il futuro ci sia qualcosa che possa smuovere l’ambiente. Tutta questa situazione ci ha creato fastidio nella costruzione di un settore giovanile perché non ho una struttura per questo tipo di attività. Avevo pensato di farla a costo zero. Non mi possono chiedere cifre esorbitanti per una struttura fatiscente e farci un settore giovanile. A queste condizioni non si può fare”.

Ma Boniello non molla, l’idea resta sempre una perché uno è il progetto.

L’idea è di restare a San Giorgio del Sannio perché il progetto è questo ma ci devono essere le condizioni affinchè una società sportiva possa fare attività. Mi aspetto molto dall’amministrazione, mi aspetto di capire se è realmente interessata ad avere una realtà come la nostra. Da queste situazioni e da come si risolvono si può capire se questo interesse esiste oppure no”.

Malumore generale e questa sensazione traspare anche dalle dichiarazioni del vicepresidente Genito.

Ci troviamo di fronte a costi raddoppiati e voglio ricordare che siamo la società che porta il nome del paese. Dovremmo pagare una struttura senza avere servizi: non si può innaffiare, sta cedendo una porta e la parete di recinzione è inclinata, per non dire delle docce. Non è un campo sportivo. Stiamo facendo tanti sacrifici ma senza riscontro. Volevamo costruire un settore giovanile ma a queste condizioni non è per nulla fattibile. È un segnale di disparità di trattamento oltre che un danno grosso perché se di scuola calcio, si deve pagare di più ed è una cifra sensibile. Devo pensare che non siamo ben visti e allora se diamo fastidio, ce lo dicano”.

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