Benevento – La seconda fase è scattata questa mattina, quando i militari del gruppo carabinieri forestali di Benevento e della direzione marittima della guardia costiera campana hanno posto sotto sequestro diversi impianti di depurazione nella provincia sannita. L’accusa è quella di “delitti di inquinamento ambientale e frode nella esecuzione di pubbliche forniture“.
Un’operazione i cui dettagli sono stati spiegati nella conferenza stampa organizzata questa mattina in Procura. “Sono stati sequestrati sei depuratori sul territorio beneventano“, ha esordito il Procuratore della Repubblica, Aldo Policastro, “si tratta del secondo passaggio dopo il sequestro degli scarichi reflui. Un’operazione congiunta tra la procura e la polizia giudiziaria, perché il tema ambientale è fondamentale, così come la tutela della salute. Bloccare e sequestrare i depuratori è stato un atto dovuto, adesso la pubblica amministrazione dovrà adeguare in modo rapido le strutture interessate. Siamo di fronte a reati di tipo ambientale, oltre a frodi pubbliche riferite a forniture di un servizio non all’altezza. Sono stati perpetrati danni all’ambiente e alle casse pubbliche“.
Una situazione di forte degrado che i cittadini rischiano di pagare sulla loro pelle. “Abbiamo registrato notevoli anomali nei fiumi beneventani. Possibile la presenza di rifiuti, considerando che i campioni prelevati hanno accertato la non funzionalità di impianti ormai datati“, ha svelato il procuratore Giovanni Conzo, “nei fiumi sono state riversate sostanze pericolose, alcune a base di azoto ammoniacale. E’ un discorso allarmante”. Un discorso che coinvolge l’intero Sannio: “Eco-reati da inquinamento anche nella zona del Volturno, trovati scarichi residui fognari. Monitoreremo la situazione ma sono dieci anni che il problema sussiste, è ora di risanare i fiumi“.
A coordinare l’operazione il generale Palmieri: “E’ stata un’indagine complessa, nata nel 2016. Nei fiumi Calore e Sabato è stato registrato un tasso di inquinamento ambientale significativo e documentabile“. “Abbiamo verificato numerosi depuratori trovando un eccesso di cloro. Queste anomalie vanno annullate“, ha commentato il comandante Chiumiento del Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale). Il maggiore Fabrizio, della capitaneria di Torre del Greco ha invece sottolineato che “operiamo da circa 18 mesi su questo territorio e abbiamo ispezionato un centinaio di siti. Sei depuratori sicuramente non sono a norma, questo comporterà una multa di oltre 500mila euro“.
Alla conferenza stampa di questa mattina presente anche il magistrato Palummo: “Dopo il monitoraggio dei fiumi di Benevento occorrerà una maggiore tutela del territorio. Si è trattato di un’indagine complessa“. A chiudere l’incontro è stato il procuratore Policastro: “I comuni interessati sono Benevento, Moiano, Apollosa, Melizzano e Arpaise e per il momento sono tre gli indagati. Lo stato di salute dei fiumi è allarmante, l’auspicio è che in breve tempo questi diventino balneabili, è un obiettivo percorribile. Per questo territorio avere i fiumi è una vera e propria ricchezza, peccato non poterli valorizzare“.
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