Benevento – Ognuno di noi ha le sue date del cuore. Nella maggior parte dei casi si riferiscono a compleanni, matrimoni, avvenimenti che hanno segnato le nostre vite tracciando un divario netto tra cosa c’era prima e cosa è invece accaduto dopo. L’8 giugno per i tifosi del Benevento è entrato nella categoria in maniera inattesa, se non insolita. E’ il giorno della prima promozione in A, quella “che non si scorda mai” e che tutti comunque sperano non resti l’ultima.
Poco importa se le settimane trascorse da quella data siano state contraddistinte da sconfitte e delusioni; in quel momento per la gente sannita a contare erano soltanto la festa e l’emozione di non riuscire a credere che da lì a pochi mesi gli avversari sarebbero stati la Juventus, il Napoli, la Roma e l’Inter. E non è un caso che si cantasse nelle piazze proprio il coro “Mammà, si nu suonn sto facenn nun me scetà”, colonna sonora autentica e originale di un’impresa epica.
Oggi gli account Facebook beneventani pullulano di ricordi ed istantanee di una notte in cui Benevento si ritrovò magicamente ad essere la capitale del calcio italiano. La serie A è da subito apparsa un dono e come tale è stata vissuta, nella massima civiltà e con la capacità di scindere la passione dai risultati. A una retrocessione sul campo si è in pratica aggiunta una promozione in tutte le altre componenti. Benevento dopo un anno può definirsi calcisticamente più matura e in sostanza più ricca. Di sogni e di virtù, perché sapere com’è fatto il paradiso ti invoglia a sognarlo di nuovo. E a convincerti che in fondo tutto è possibile.
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