Medici pestati sulle ambulanze, arrivano le telecamere a bordo

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Napoli – Emergenza aggressioni ai danni del personale sanitario, l’Asl Napoli 1 Centro lancia la task force. Sul piatti ci sono l’acquisto di cinque nuove ambulanze, la previsione di quattro ulteriori postazioni del 118 in città entro la fine dell’anno, l’installazione di telecamere sulle ambulanze e la dotazione di bodycam al personale del 118: sono queste le misure che la direzione della Asl sta avviando per contrastare il fenomeno l’inquietante fenomeno che ormai da alcuni mesi sembra essere diventato inarrestabile.
Ad annunciare i nuovi provvedimenti è il direttore generale della Asl Napoli 1, Mario Forlenza, in occasione del flash mob tenutosi stamattina all’ospedale Cardarelli e che ha visto protagonista il personale medico e infermieristico, i quali con questa iniziativa hanno voluto dire no alla violenza dopo le aggressioni subite da operatori del 118 e da personale in reparto. «La presenza di noi dirigenti qui – ha affermato Forlenza – è un segnale importante. Il nostro personale, e in particolare quello del 118, sta vivendo un momento di paura in cui il solo recarsi sul posto di lavoro diventa difficile. Ed è per questo motivo che ho deciso di avviare le procedure per l’acquisto di questi ulteriori mezzi». Per quanto riguarda le telecamere a bordo e indosso al personale, Forlenza ha riferito che la proposta è stata sottoposta in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza e che «ha avuto l’assenso del Prefetto e del Questore motivo per cui – ha proseguito – ho già dato mandato per verificare tutto il necessario dal punto di vista organizzativo e della tutela della privacy». L’installazione e la dotazione di telecamere, come sottolineato, «è una misura deterrente ma anche indispensabile per poter individuare i responsabili delle aggressioni perché spesso le denunce del personale medico e sanitario sono contro ignoti. Non è possibile non poter identificare gli aggressori». Un clima di violenza «dilagante» contro il quale, secondo Forlenza, «serve un’onda democratica e che tutte le istituzioni siano compatte nel condannare simili episodi. A volte mi sembra che il fenomeno, sintomo di un disagio sociale, sia sottovalutato».
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