Dissesto, l’ex sindaco: “Invenzione di Marino per favorire pochi ricchi creditori”

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Caserta – “Ho studiato con impegno gli atti e sono letteralmente scandalizzato dalla spegiudicatezza dell’amministrazione che, prendendo in giro tutti, vuol far passare come un obbligo la dichiarazione del dissesto bis”.

Lo ha dichiarato l’ex sindaco del Comune di Caserta, Pio Del Gaudio, in merito al secondo dissesto che l’amministrazione si appresta a dichiarare.

Il dissesto bis non esiste nel T.U.E.L., il Testo unico degli enti locali. È un’invenzione dell’amministrazione – continua Del Gaudio – che, dall’inizio del proprio mandato, ha avuto come unico obiettivo quello di pagare i creditori del Comune non al 40%(come feci io rimettendoci anche 25mila euro a titolo personale) ma al 60% a danno dei casertani. Per questo motivo non hanno mai chiuso il primo dissesto come la legge prevede. Caso unico in Italia, a Caserta il dissesto dura da 7 anni”.

Secondo l’ex primo cittadino, chiudendo il primo dissesto, i fornitori che non avrebbero accettato il 40% dei crediti avrebbero potuto solo fare causa al Comune con il conseguente rischio di perdere tutto, compresa la percentuale offerta.

L’attuale amministrazione ha fatto di tutto, nei numerosi viaggi romani, per farsi fare una norma ad hoc per portare la transazione con i creditori al 60% – spiega l’ex primo cittadino. Non ci sono riusciti e allora si fanno fare una relazione da parte dei revisori dei conti che invitano a dichiarare il secondo dissesto. Poi scrivono al Ministero degli Interni affermando che il secondo dissesto è inevitabile ma il Ministero non ha risposto dicendo di dichiarare un nuovo dissesto: cita solo le norme e fa riferimento solo ad un eventuale azione della Prefettura. La Corte dei Conti, tra l’altro, nell’ultima sentenza contesta il riequilibrio votato dall’amministrazione Marino proponendo di modificarlo ma non dice di dichiarare il dissesto bis”.

Quindi Pio Del Gaudio passa a porsi e a porre una serie di domande che spiegherebbero la scelta dell’attuale amministrazione e offre la sua visione della questione.

Perché non presentano un nuovo riequilibrio? Perché non chiudono il primo dissesto? Perché si inventano un nuovo dissesto bis non previsto da nessuna norma del Tuel? 
Perché solo con un nuovo dissesto si rimettono in gioco tutti i creditori dando agli stessi di nuovo la speranza di recuperare non il 40% ma il 60% del loro credito, ovviamente a danno della città.

Verificate chi sono questi creditori e capirete. Partendo dalla delibera n.44 del 2014 che determina la massa passiva dell’ente, potrete notare che dei 137 milioni di euro di debiti del dissesto, il 90% vengono dai lavori pubblici degli anni tra il 1997 e il 2005”.

Chiudano il primo dissesto, solo così la città riparte. Il secondo dissesto è una tragica invenzione casertana per favorire pochi ricchi a danno di tutta la città”, conclude l’ex sindaco Del Gaudio.

 

 

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