Manca numero legale sul riassetto degli ospedali: il “San Pio” deve attendere

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Benevento – “San Pio non può fare miracoli. Non ci possono essere due Ospedali di 2° livello Dea nelle aree interne, ma uno solo: a Benevento o ad Avellino“. Con questa battuta il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha liquidato l’Atto Aziendale proposto da Renato Pizzuti, direttore generale dell’Ospedale Rummo, con il quale si intende costituire un’unica Azienda Ospedaliera, il “San Pio” appunto, che ingloba l’Ospedale “Rummo” di Benevento e l’Ospedale “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” di Sant’Agata de’ Goti, in omaggio ad un piano nazionale, voluto dal Governo, che intende portare ad una riduzione della spesa pubblica in materia.

Il motto di spirito di Mastella, che mescola sacro e profano, virtù degli altari e carte della burocrazia sanitaria italiana, è stata pronunciata nel corso di quella che sarebbe dovuta essere l’Assemblea dei Sindaci convocata dal Presidente della stessa in materia sanitaria (appunto il sindaco del capoluogo). Sarebbe dovuta, perché è mancato il numero legale, essendo presenti all’appello a Palazzo Mosti meno di un terzo dei primi cittadini della Provincia. Seppure non in sede deliberante, l’Assemblea ha comunque registrato un ampio e lungo confronto tra i presenti, tra i quali, oltre allo stesso Pizzuti, anche il Direttore dell’Asl di Benevento. Il “San Pio” è stato l’argomento al centro della discussione e del dibattito politico, come da alcuni giorni a questa parte in più sedi e che vede sprigionare fuoco e fiamme tra centrodestra (in pratica Mastella e consorte, la senatrice Lonardo) ed il PD, nella persona del Sindaco di Sant’Agata de’ Goti, anche segretario provinciale del partito, Carmine Valentino.
La vicenda dell’accorpamento non va giù a Mastella e lo si è capitato da molti a giorni a questa parte. Il sindaco, com’è ovvio, lo ha ripetuto con forza ancora oggi. Lui ha bocciato con virulenza l’Atto aziendale di accorpamento che ha definito una “dequalificazione” del “Rummo“, un provvedimento che per lui è “assolutamente inaccettabile” per l’Ospedale beneventano, un “vero e proprio esproprio territoriale“. 
Secondo Mastella, l’Atto aziendale si abbatterebbe in particolare contro una delle eccellenze del “Rummo” cioé il reparto di Neurochirurgia, che si vedrebbe tagliati posti letto in omaggio ad una “scellerata politica di contenimento delle spese“. Tutto questo per consentire di realizzare un illusorio (secondo Mastella) Polo Oncologico a Sant’Agata de’ Goti, che non potrà mai sorgere. Al massimo, ha concesso Mastella, questo Polo potrebbe essere solo un reparto “post degenza“, a supporto delle attività del “Rummo“. Una struttura di 2° livello DEA, ossia Azienda Ospedaliera di livello nazionale, non può essere istituita a Benevento, secondo il primo cittadino perché la stessa può essere prevista solo ad Avellino, a ragione del fatto che, ha ripetuto Mastella, la legge prevede tali tipi di strutture solo a servizio di un cospicuo numero di abitanti, cioé 600mila, che ovviamente il Sannio non ha e l’Irpinia sì. Peraltro Mastella ha ricordato che nei giorni scorsi il Presidente della Regione, tra l’altro Commissario straordinario per la sanità, ha pubblicamente manifestato, nel corso di una apposita visita, giudizi assai lusinghieri nei con fronti del maggiore Ospedale pubblico dell’Irpinia, implicitamente candidandolo ad essere appunto centro Dea di 2° livello.
Per Mastella occorre adoperarsi affinché il Rummo venga salvaguardato. Secondo la  legge regionale del 2015 tutto questo non si verificherà. Ai sindaci intervenuti Mastella ha posto i suoi dubbi e si è riacceso, anche solo per un istante, il contrasto latente con Carmine Valentino. Il primo cittadino di Benevento  ha attaccato:  “Non si può potenziare Sant’Agata e al tempo stesso penalizzare il Rummo”.
Su queste affermazioni si è sviluppato un confronto nel corso, al quale ha fatto seguito un aspro contrasto (con risvolto di natura squisitamente politica) con il Sindaco di Sant’Agata de’ Goti. Valentino ha detto che si sta compiendo un’operazione di “sciacallaggio mediatico“, realizzata per scopi politici, ricordando che in realtà la struttura del “Rummo” è stata già salvaguardata con una apposita legge regionale e dunque non può essere in pericolo. L’accorpamento d’altra parte del Rummo con il de’ Liguori è un provvedimento che costituisce una scelta obbligata per garantire entrambe le strutture. Valentino ha poi ricordato che è necessario garantire una adeguata postazione di Pronto Soccorso h 24 presso il nosocomio di Sant’Agata a tutela della popolazione che gravita nell’area e per garantire livelli di assistenza adeguata. Il Polo Oncologico, poi, è stato previsto dalla Direzione regionale per la Tutela della salute e lo stesso sarebbe ancora supportato da finanziamenti. Su questa linea si è schierato anche il Direttore Pizzuti che ha difeso il proprio provvedimento.
Nella discussione è entrato anche il sindaco di Guardia Sanframondi, Floriano Panza, il quale si è scagliato contro i dirigenti delle strutture sanitarie presenti denunciando lo stato “vergonoso” (lo ha definito) in cui versa il Pronto Soccorso del Rummo.   
Il direttore del RummoPizzuti ha rimarcato come sia necessario avere due Dea di secondo livello a Benevento e ad Avellino: “ Per me non ci sono dubbi . Ho avuto rassicurazioni. Ci saranno due presidi e un’unica Azienda intitolata a San Pio”.  Il dirigente del nosocomio cittadino ha smentito con forza  che non ci sarebbero posti letto nel reparto oncologico: “Ce ne saranno 6. L’impegno  della Regione Campania per l’Ospedale San Pio c’è stato . Chi parla di scarsa programmazione è poco informato . Non è vero che ci sarà solo una Dea di secondo livello”. Per Pizzuti il polo oncologico previsto a Sant’Agata dè Goti è l’unica soluzione.
E’ intervenuto quindi il sindaco di San Giorgio del Sannio, Mario Pepe, il quale ha attaccato la gestione del Pronto Soccorso al Rummo: “ E’ una vera tendopoli. Esiste una carenza di posti letto“. Sulla disputa con l’Ospedale di AvellinoPepe ha attaccato: “ Il Sannio non può dipendere dal peso demografico. La Regione non può negarci nulla”. L’ex parlamentare del Pd ha esortato un colloquio urgente con il  Commissario della Regione De Luca e affrontare al più presto queste tematiche.
Infine ha preso la parola il sindaco di Dugenta Giuseppe Di Cerbo che ha affermato come vada affrontata l’emergenza sanitaria ma ha avvertito: “Evitiamo strumentalizzazioni  e si lavori per una sanità di qualità” .
 
      
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