Comune a un passo dal crac, Dema non ci sta: “Pronta una mobilitazione senza precedenti”

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Napoli – Sul piede di guerra. La scure delle sezioni riunite si abbatte sul Comune di Napoli, profilando il rischio del dissesto finanziario, e il sindaco Luigi de Magistris annuncia di essere pronto a dare battaglia. Addirittura sfilando a Montecitorio. «Questa storia mi fa rivoltare lo stomaco – è la prima reazione a caldo dell’ex pm – perché sono circa due anni che devo discutere per un debito del 1981 (quello maturato in seguito al terremoto, ndr). Tutto ciò mi fa provare una profonda indignazione e preoccupazione».

Il sindaco è però tutt’altro che rassegnato: «Sul tema del debito sono capace di mettere in campo la più grande mobilitazione che Napoli abbia conosciuto dal Dopoguerra ad oggi. La manifestazione che abbiamo già tenuto lo scorso 21 febbraio a Montecitorio sarà solo un assaggio». Parole dirette al presidente uscente del Consiglio Paolo Gentiloni e al Governo che, dopo mesi di interlocuzioni, si sono impegnati a sanare almeno in parte la questione liberando così le casse del Comune dal pignoramento. Secondo i prospetti finanziari avanzati dall’amministrazione comunale nei numerosi tavoli che si sono svolti a Palazzo Chigi, competerebbe allo Stato il saldo di circa l’80-90% del debito con il Cr8 considerando che i lavori sono stati commissionati sotto il commissariamento post-terremoto. Ma ad oggi manca il via libera politico per porre fine alla vicenda.

Pur annunciando battaglia de Magistris spiega di voler attendere di leggere le motivazioni della sentenza delle sezioni riunite della magistratura contabile. Intanto già stasera si terrà una riunione a Palazzo San Giacomo per valutare tutti gli scenari e le possibili soluzioni anche in vista dell’approvazione del prossimo bilancio di previsione. In mattinata era arrivata la notizia che la Corte dei Conti aveva infatti rigettato il ricorso presentato dal Comune di Napoli contro la precedente bocciatura del piano di riequilibrio. I giudici contabili nazionali avevano così annullato la delibera 240 del 2017 nella parte in cui si dichiara eluso il Patto di stabilità 2014, ma avevano respinto gli ulteriori motivi del ricorso. Per l’ex pm è appena iniziata la nuova battaglia.

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