Napoli – Il Comune di Napoli prova a rimettere mano alla dismissione del proprio patrimonio immobiliare ma il piano è subito a rischio flop. Nel progetto appena presentato, che dovrebbe assicurare alle casse di Palazzo San Giacomo potenziali introiti per circa 26 milioni di euro, sono stati infatti inseriti tredici beni, alcuni non strategici e oltre la metà pressoché ridotti a dei ruderi. Quanto quel lotto possa essere appetibile per i privati resta dunque al momento un piccolo mistero.
L’amministrazione comunale, in seguito alla delibera approvata dal Consiglio e di concerto con la Borsa immobiliare napoletana e i notai partenopei, ha presentato ieri il nuovo di dismissione patrimoniale. Nel progetto, come detto, sono stati inseriti tredici immobili, tutti dislocati tra il centro città, Posillipo, la periferia orientale e, in minima parte, nella provincia. A finire sul mercato saranno quindi gli ex uffici comunali di via Galdo; la palazzina e la chiesa di vico della Serpe e via Oronzio Costa; ex Fimoper di via Saverio Baldacchini; ex centrale elettrica Atan situata alle scale di Montesanto; due plessi scolastici invia Al Chiaro di Luna, a Ponticelli; gli ex uffici comunali di via Cesare Rosaroll; Villa Cava a discesa Marechiaro; gli ex magazzini di via Argine; tre alloggi a Palazzo Cavalcanti, in via Toledo; l’ex colonia elioterapica di via Annecchini, a Pozzuoli; l’ex colonia di via Montagnelle, a Torre del Greco; e 138 alloggi al parco cisternina di Saviano. L’ammontare degli introiti stimati si aggira intorno ai 26,5 milioni di euro. Gran parte di questi beni che il Comune si appresta a immettere nel mercato necessità però di profondi interventi di recupero e di adeguamento alle normative vigenti. Insomma, il rischio è che per gli eventuali acquirenti il gioco possa non valere la candela. Il nuovo piano di dismissione è stato presentato ieri a Palazzo San Giacomo dall’assessore comunale al Patrimonio Ciro Borriello, dall’amministratore di Napoli Servizi, Andrea De Giacomo; e dal direttore generale Ciro Turiello.
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