Napoli – Il picco influenzale raggiunge il suo apice e all’ospedale Cardarelli è di nuovo piena emergenza barelle. Per questo motivo, da oggi pomeriggio, il management del nosocomio del rione Alto ha attivato l’Unità di Crisi per la gestione del super afflusso di pazienti.
Come ormai da prassi, i protocolli definiti insieme alla direzione sanitaria e con il supporto di tutti i responsabili delle diverse strutture hanno portato all’attivazione dell’Unità di Crisi, consentendo il governo dell’emergenza. Insomma, il peggio potrebbe essere alle spalle. Le polemiche, invece, non sono ancora del tutto rientrate, anzi. «Non possiamo scegliere quanti pazienti debbano arrivare al nostro pronto soccorso, ma adesso siamo in grado di governare l’emergenza – spiega il direttore generale del Cardarelli Ciro Verdoliva – Prevedendo ogni possibile scenario si riesce a tamponare anche giornate di super afflusso come le ultime che abbiamo vissuto. I dati odierni sono comunque ben superiori alla normale straordinarietà alla quale siamo abituati».
Grazie al lavoro della cabina di regia voluta dal dg la continuità assistenziale non è mai venuta meno, né tanto meno l’attività chirurgica d’emergenza. Al momento l’Unità di Crisi sta valutando ogni singolo caso per definire quali pazienti trasferire una volta ottenute le disponibilità. Allo stesso modo la direzione generale ha garantito senza soluzione di continuità l’attività della chirurgia epatobiliare e del centro trapianti. Sono invece stati differiti di qualche giorno interventi di elezione non classificati “urgenti”. Per dieci giorni si è provveduto ad integrare il personale per riportare alla soglia di accettabilità il rapporto operatori sanitari-pazienti. Il manager Verdoliva non rinuncia però a un’amara considerazione: «A fine giornata il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli dimette circa il 65 per cento dei pazienti, nell’arco delle prime 2-6 ore, questo significa che gli accessi sono impropri, che si fa rifermento al Cardarelli anche per un semplice mal di pancia».
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